Risparmio gestito, dopo 28 mesi il primo segno meno

EFFETTO BREXIT? – A giugno, dopo 28 mesi con il segno più, il sistema registra una flessione pari a -5,5 miliardi di euro. Secondo i dati di Assogestioni, l’associazione presieduta da Tomaso Corcos, hanno perso sia le gestioni collettive (i fondi aperti hanno fatto segnare -3,1 miliardi di euro) sia le gestioni di portafoglio (-2,4 miliardi di euro, di cui -2 miliardi sul fronte della clientela istituzionale). Tra i fondi aperti hanno perso in particolare i fondi azionari e monetari (-2 miliardi ciascuno) risultato solo in parte compensato dal positivo andamento nel collocamento di fondi flessibili a quota + 2 miliardi di euro. Una nuvola, quello dell’andamento del business a giugno sul quale sembra aver pesato il referendum sulla Brexit, che non offusca quanto di buona fatto dall’industria del risparmio gestito nei primi sei mesi dell’anno chiusi con un saldo positivo pari a +27,6 miliardi di euro. Al risultato del semestre hanno contribuito sia le gestioni collettive (+11,7 mld) sia le gestioni di portafoglio (+15,9 mld).


COME SONO RIPARTITE LE MASSE
– Il patrimonio gestito dall’industria è pari a 1.867 miliardi di euro. Il 52% delle masse, pari a circa 971 miliardi, è rappresentato dalle gestioni di portafoglio; il 48%, circa 896 miliardi, è investito nelle gestioni collettive. Tra i fondi aperti, i prodotti che dall’inizio del 2016 hanno goduto di maggiore attenzione da parte dei sottoscrittori sono i fondi flessibili (+9,1 miliardi), gli obbligazionari (+1,9 miliardi), i bilanciati (+1,3 miliardi) e i monetari (+524 milioni).
 

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