Voci di corridoio

L’inversione di martedì è stata di breve durata in quanto i nostri policy maker non hanno saputo sostenere le speranze del mercato.

Negli ultimi giorni, le voci di corridoio sulle azioni di certe banche centrali volano nell’aria, tenendo trader e investitori in situazione di allerta – praticamente occhi spalancati a fissare 2-3 schermi, la testa che ruota freneticamente tra uno schermo e l’altro, il sedere in avanti sulla sedia con il busto eretto e leggermente flesso in avanti e occasionalmente il piede che cerca l’appoggio giusto per tenere la sedia incollata alla scrivania.

Tutti si aspettano un annuncio di qualche tipo; ogni giorno potrebbe essere “quel giorno” e la pazienza – nonché o la tensione nervosa – stanno giungendo al limite.

Gli investitori non sono certo contenti di tenere euro nel portafoglio e ci sono anche voci secondo cui la Cina vorrebbe rivedere le proprie riserve in euro. V’è una perdita di fiducia nell’eurozona che si estende fino al paese del Sol Levante. Giù l’azionario USA, con il Dow Jones che infrange ancora quota 10.000, mentre il comportamento dell’euro rimane oramai disallineato rispetto all’equity USA.

I movimenti dell’euro stanno cambiando radicalmente i driver: nel passato, quando l’euro saliva, anche l’equity USA saliva perché gli investitori vendevano USD per comprare azioni ed euro.

Ora invece, l’economia europea è sotto tiro, e finchè il focus sarà negativo gli investitori preferiranno acquistare USD piuttosto che euro. Chi potrebbe cambiare le carte in tavola? I policy maker, ovviamente: basta pensare a martedì, dove le sole voci di un intervento hanno generato un rally notevole.

Qualche annuncio “pro-euro” potrebbe essere: tagli nei tassi di interesse da parte della BCE, interventi coordinati sulle valute, interventi coordinati su iniezioni di liquidità, tagli nel tasso Swap della Fed, impedimento dello short selling nell’area euro. Passando a qualche notizia d’oltremanica, l’OECD ha dichiarato che vorrebbe vedere rialzi nei tassi UK entro fine anno.

L’urgenza sembra derivare dal fatto che il tasso di inflazione nominale attualmente supera anche la banda più alta stabilita dal MPC, minando forse la credibilità della politica monetaria UK. La BoE sembra essere di un’opinione diversa, contando sul fatto che presto queste tensioni svaniranno e che l’inflazione nominale cadrà nuovamente entro i limiti.

Infine guardiamo anche ad oriente, perché lo Yen non è stato molto vivace negli ultimi giorni. La debolezza cronica di valute come AudJpy e NzdJpy indicano che lo Yen viene ancora utilizzato come moneta di riserva. Stanotte ci sono diversi dati JPN e vedremo se questa forza dello Yen ha intaccato o meno le esportazioni del paese d’origine del Sushi.

EurUsd– Grafico 4 ore

Infine guardiamo anche ad oriente, perché lo Yen non è stato molto vivace negli ultimi giorni. La debolezza cronica di valute come AudJpy e NzdJpy indicano che lo yen viene ancora utilizzato come moneta di riserva. Stanotte ci sono diversi dati JPN e vedremo se questa forza dello yen ha intaccato o meno le esportazioni del paese d’origine del Sushi.

Passando all’analisi tecnica vediamo come l’euro nei confronti del dollaro americano continui a rimanere in sofferenza. La crisi che viviamo non accenna a mollare il colpo e ieri abbiamo assistito ad un nuovo minimo relativo della moneta unica, che ha toccato quota 1.21524, dopo aver testato area 1.2143/5 settimana scorsa.

Pensiamo che la pressione dei venditori di euro possa tentare di spingere ulteriormente all’ingiù la quotazione e sarà cruciale il comportamento del cambio tra 1.2150 e 1.2100, dove probabilmente ci renderemo conto del futuro delle prossime settimane dell’euro.

Gli scenari possibili indicano che o i movimenti dei prezzi cominceranno a diventare vischiosi all’interno dell’area indicata, ed allora probabilmente assisteremo ad un recupero dell’euro che però, fino a che non romperà 1.2500 sarà da considerare in fase laterale, oppure assisteremo ad un’accelerazione dell’euro in caso di rottura dei livelli indicati, ed in questo caso vediamo come primo obiettivo area 1.2000.

Per quanto concerne il UsdJpy, vediamo come questo cambio delicatissimo per i rapporti commerciali internazionali tra Usa (e non solo) e Giappone, si stia mantenendo in range: i livelli importanti da tenere sotto osservazione sono l’area di resistenza posta tra 90.50 e 90.65, che se rotta potrebbe portarci al prossimo punto tecnico individuabile in area 91.80, mentre per quanto concerne i supporti di questa fase laterale dobbiamo considerare 89.20 (con possibili estensioni fino a 89.00 e oltre se dovessimo arrivare a figura in quanto è possibile che alcuni trader comincino ad entrare in posizioni lunghe con stop sotto questi livelli di minimo, e con questa volatilità non è da escludere movimenti rapidi in vicinanza di molti livelli di stop).

Per quanto riguarda l’EurJpy, dopo il minimo dei prezzi dal novembre 2001 fatto segnare ad inizio settimana a 108.821, vediamo come ci stiamo avvicinando all’area di resistenza compresa tra 111.50 e 111.80 (trendline discendente su un grafico a 4 ore a partire dallo scorso 13 maggio.

Osserviamo con calma però soprattutto i movimenti di eurodollaro che, con un UsdJpy così come l’abbiamo descritto, sarà determinante per le sorti di EurJpy (i flussi sono maggiori sull’EurUsd, sono di più i venditori di Euro in generale che i compratori di yen contro euro).Per il cable confermiamo la nostra idea di trading range: 1.4240/1.4500 sta contenendo il movimento della sterlina (movimento peraltro inusuale ma spiegabile dal fatto che l’attenzione è tutta spostata sui cugini europei). Occhio ad eventuali rotture che sarebbero sfruttate dai breakout traders.

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