Attenzione degli operatori sulla Fed

Con la settimana abbastanza povera di dati macroeconomici gli analisti stanno cominciando a muovere la propria attenzione sul meeting annuale della Federal Reserve, che verrà tenuto venerdì a Jackson Hole. Ricorderete che durante il meeting dello scorso anno, il presidente Bernanke paventò la possibilità di poter assistere ad un nuovo quantitative easing, quello che poi, appena tre mesi dopo, è diventato il Qe2. Ora, dopo l’annuncio straordinario da parte del numero uno della Fed circa il fatto che i tassi di interesse rimarranno su questi livelli fino al 2013, ci sono diversi tipi di mosse che l’Istituto Centrale potrebbe optare di adottare di fronte al mondo che l’ascolterà a orecchie aperte l’ultimo giorno della settimana, vediamo in breve quali.

Essi potrebbero semplicemente decidere di comunicare di essere ancora preoccupati per la situazione a venire, andando ad ufficializzare ulteriormente il fatto che la ripresa stia tardando ad avvenire dati i problemi sul mercato del lavoro ed immobiliare (a proposito, oggi avremo i dati sulla vendita di nuove case negli States, che dopo il calo del 3,5% registrato il mese scorso, potrebbero uscire ancora in territorio negativo). Di fronte ad uno scenario del genere, l’avversione al rischio si scatenerebbe, in quanto la Banca Centrale, che dopo aver deciso di cominciare ad introdurre delle conferenze stampa dopo la comunicazione della decisione sui tassi del Fomc, e dopo l’annuncio straordinario citato poc’anzi,  ha chiaramente scelto la strada della trasparenza nei confronti del mercato. La mancanza di ulteriori commenti potrebbe avere l’effetto di aumentare il nervosismo degli operatori, che ora hanno bisogno di cominciare a vedere qualche piccola lucetta di qualche piccolo faro, per avere per lo meno l’idea di dove dirigersi.  

Un’altra opzione prevede l’estensione fino al 2013 anche del proprio Securities Portfolio (è un buy and hold portfolio, i titoli acquistati verrebbero portati a maturità), andando così a paventare l’idea di un nuovo Qe, senza cominciarlo esplicitamente, oltre alla possibilità di effettuare delle vendite su bond a breve termine in concomitanza di acquisti sulla parte lunga della curva, che avrebbero l’effetto di far salire i tassi a breve e di far scendere quelli a lungo (come successe nel lontano 1960) facendo effettivamente aumentare la maturity del securities portfolio, il che sarebbe una mossa più aggressiva della precedente.
Potrebbero inoltre decidere tagliare i tassi sulle linee di swap aperte con l’Europa, in modo tale da abbassare la tremenda liquidità in circolazione. Infine, potrebbe annunciare l’idea di un nuovo Qe3. Siamo chiaramente di fronte ad una situazione che viene nascosta dalle parole di Obama, che non vede la possibilità di una nuova crisi e che cerca di aumentare la fiducia dei consumatori dicendo che è arrivato il momento di spendere, ma lasciare soltanto i tassi a 0-0,25% sappiamo già che non funzionerà, occorrerà adottare qualche azione straordinaria, vedremo che indicazioni ci arriveranno. Attenzione oggi anche al Pmi dell’area euro ed allo Zew.

Passiamo all’analisi tecnica ora, cominciando dall’EurUsd. Qui i prezzi si stanno per ora effettivamente mantenendo all’interno della fascia 1,4300 e 1,4450, che rimangono i confini da tenere in considerazione sia per un trading laterale, sia per valutare eventuali rotture. Attenzione che vediamo la possibilità, in caso di rottura di 1,4300 su dati brutti europei, di abbandonare questo range per spostarci tra 1,42 ¾ / 1,4350.  Il UsdJpy si sta effettivamente mantenendo nel piccolissimo range tra 77,00 e 76,60. Crediamo che non ci sia grossa potenzialità di movimento per oggi, l’idea che preferiamo è comunque quella di vendere su ogni rialzo in quanto la potenziale combinazione di yen forte e dollaro debole aumenta le probabilità di vedere muovere i prezzi più a ribasso che a rialzo. Abbastanza precisa la situazione tecnica dell’EurJpy, che vede in 110,50 un bel livello di resistenza, individuabile molto bene su un grafico orario, che potrebbe far rimanere in un range di 50 punti la quotazione, tra 110 figura e 110 ½.

Questi livelli debbono anche essere sfruttati per valutare eventuali rotture che avrebbero come obiettivi potenziali 109,00 e 111,00. Il cable ci ha mostrato una falsa rottura della EMA100 su un grafico orario, andandosi a fermare sui supporti statici precedenti. Potenzialmente, potremmo mantenerci tra 1.6520 a 1.6400.  Continua a rimanere potenzialmente esplosiva la situazione dell’EurChf, che si sta mantenendo imperterrito nel ristretto range individuato ieri. I livelli da seguire diventano estremamente chiari adesso.

Parliamo di 1,1400 e di 1,1250, da sfruttare per rotture che farebbero aumentare la volatilità, lasciando come obiettivi 1,1500 e 1,1160.   Per quanto concerne il UsdChf, la situazione non è molto diversa rispetto a quanto appena visto. L’appiattimento delle medie mobili a 21 e 100 periodi su un grafico orario è infatti sintomo di possibili aumenti di volatilità che possono avverarsi nel momento in cui dovessero essere rotti 0,7900,e 0,7800.  Parlando invece dell’AudUsd, ci stiamo nuovamente avvicinando alla parte alta del trading range cominciato venerdì scorso. Tra i prezzi attuali a 1,0500 si possono valutare delle vendite per poter andare a rivedere la parte alta di 1,03, attenzione però a posizionare degli stop abbastanza vicini nel momento in cui si decidesse di effettuare un’operazione del genere, poiché sembra che i prezzi stiano cominciando a risalire insieme al petrolio, che sulla scia di quanto sta succedendo in Libia, ha ripreso a macinare terreno. Terminiamo come di consueto con il UsdCad, che ha tutta l’aria di volersi mantenere tra 0,9900 e 0,98 ¼. Anche qui il dollaro canadese sta cominciando a risalire insieme ad australiano e petrolio.

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