Sell off di dollari post Jackson Hole

Venerdì abbiamo assistito al meeting tra banchieri centrali che si è tenuto a Jackson Hole, l’evento di cui i mercati hanno cominciato a parlare già dall’inizio della scorsa settimana e dal quale molti trader ed operatori si attendevano forte volatilità. Oseremmo dire che il meeting, da questo punto di vista, non ha deluso le aspettative e dopo aver visto i dollari salire in concomitanza delle prime parole di Bernanke abbiamo assistito a forti vendite del biglietto verde, quando si è compresa la vera natura della comunicazione che il numero uno della Federal Reserve ha voluto passare ai mercati.

Già, poiché da questo punto di vista il meeting ha deluso tutti, analisti, operatori ed investitori, che si sono sentiti dire che la Fed attenderà la prossima riunione di settembre prima di valutare potenziali mosse di sostegno all’economia americana. Si è compreso che l’istituto centrale è pronto ad intervenire in caso di necessità, ma allo stesso tempo Bernanke ha dichiarato che la Fed ha “limited ability to ensure long-run growth”, ossia abilità limitata per assicurare la crescita di lungo periodo, crescita che è vista comunque come stabile ed in leggero aumento prospettico (Pil del secondo trimestre 2011 in discesa all’1%, giusto per la cronaca) da un presidente dell’Istituto Centrale più importante al mondo, che, poverino, non sa più cosa fare per cercare di tenere tranquilli i mercati.

Il nervosismo è dunque destinato a continuare almeno fino all’ultimo giorno di questa settimana, in cui verranno pubblicati i non farm payrolls che se disattenderanno le aspettative del mercato, costringeranno la Fed a dover prendere qualche decisione entro il 20 di settembre, senza potersi più permettere di aspettare fino a novembre (questa infatti potrebbe essere una possibilità che darebbe alla banca centrale più tempo per valutare il da farsi). Ci troviamo dunque di fronte a qualcosa di difficile interpretazione per tutti, dalle mani più piccole a quelle più grosse e siamo pronti a scommettere che il binomio avversione al/appetito per il rischio ricoprirà ancora il ruolo di gran protagonista per il mese a venire. 

Ultima cosa da annotarci prima di andare a vedere come ha reagito il mercato di fronte a queste comunicazioni è il meeting straordinario che si terrà tra Trichet, Junker e Rhen sulla crisi del debito europeo.Passiamo ora a visionare i livelli tecnici più interessanti da seguire, in quanto la volatilità di venerdì è stata in grado di far rompere punti importanti. L’EurUsd, dopo aver tenuto quasi perfettamente la parte bassa del canale che stavamo seguendo (per la precisione è stato fatto registrare un doppio minimo intorno a 1,43 ¼) si è portato sopra 1,4500, che ora diventa il primo livello di supporto da considerare. Fino a quando rimarremo al di sopra di 1,4450 lo scenario rialzista che prospetta il raggiungimento di 1,4570 rimane valido. Per quanto concerne il UsdJpy, 76,40 si è rivelato effettivamente un livello di supporto molto importante e sentito dal mercato. Dopo il ritracciamento da 77,70 infatti, il prezzo si è fermato sul supporto raggiungendo 76,80 ed ora, proprio questi due livelli diventano quelli da tenere in considerazione sia per il trading laterale, sia per valutare eventuali rotture che, se a ribasso, potrebbero mettere in pericolo i minimi storici toccati da cambio dieci giorni fa. 

L’EurJpy è andato a confermarci la validità del livello che gravita intorno a 110,00, dove troviamo la corrispondenza di 5 candele sul grafico orario ed ora si è riportato sopra il 111,00. I livelli da considerare rimangono a nostro avviso quello definito dal triplo massimo di settimana scorsa come resistenza, che se rotto potrebbe condurre a 112,50 e 111,00, che se dovesse essere rotto a ribasso potrebbe portare ad aumenti di volatilità di una cinquantina di punti.Molto bella la situazione tecnica di GbpUsd. Come visto, dopo aver rotto 1,6340, coincidente con un importante minimo precedente sul quale si appoggiava esattamente la trendline che ha accompagnato l’apprezzamento della sterlina dallo scorso 11 agosto, ed aver raggiunto un ulteriore livello precedente passante per 1,6250, il prezzo ha raggiunto 1,6200 (vicino al supporto indicato in 1,6170, a testimonianza di quanto siano importanti in questi frangenti i livelli psicologici) per poi rimbalzare fino a 1,6400. 1,6340 diventa il supporto di breve da osservare, mentre 1,6400 può essere sfruttato per entrate in stop in caso di rottura.  

L’EurChf, ha approfittato della volatilità di venerdì per effettuare un rialzo di, udite udite, più di due figure, in uno scenario che vede a nostro parere la combinazione di un paio di elementi. Il primo è quello che ha fatto vendere dei franchi per acquistare equity americano, sul mini rally di venerdì, il secondo, non confermato ma che secondo noi potrebbe essere verosimile, è una possibile vendita da parte della SNB di qualche franco, per “aiutare il movimento” che si era innescato sulle parole di Bernanke. Non sappiamo se effettivamente sia andata così (se dovesse essere confermata o smentita questa ipotesi ve ne daremo informazione), ma se questo è stato il caso, bhe, complimenti. Forse il primo intervento con la giuste tempistiche ed in grado di provare a dare un po’ di fiato ai mercati. Tecnicamente, se ci portiamo stabilmente al di sopra di 1,1750 abbiamo 1,1900 come obiettivo, altrimenti si riapre la strada verso 1,1500.

Un movimento molto simile è accaduto anche su UsdChf (la sentite anche voi un po’ di puzza di bruciato uscire dalla cucina della SNB adesso, vero?), che ha raggiunto 0,8150 e che ora sta ripiegando verso i supporti che possiamo individuare appena sopra 0,8000, il che fa sì che proprio il livello tondo debba essere tenuto in considerazione. Possibile dunque mantenersi in laterale tra questo livello e 0,8100 per la giornata di oggi. L’AudUsd è stato in grado di superare 1,0600, intorno al quale il mercato si era fermato più volte, ed ora tra qui e 1,0550 passano tutti i punti di supporto da considerare affinchè si possa raggiungere 1,0750, mentre per quanto riguarda il UsdCad siamo molto vicini ai punti di supporto che contenevano l’ampio trading range dalla prima settimana di agosto. In caso di loro rottura, il primo punto tecnico sembra poter essere 0,9700. 

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