Mediobanca: moda italiana rallenta ma resta solida

RALLENTA LA CORSA DELLA MODA ITALIANA – Il giro d’affari mondiale della moda italiana (beni di lusso per la persona) è stimato da Mediobanca essere cresciuto nel 2013 a circa 218 miliardi di euro, con un rallentamento dei tassi di sviluppo attorno al 3%, “anche a causa della dinamica avversa dei cambi” (il giro d’affari è infatti salito del 5% a cambi costanti), dopo che il precedente triennio si era mosso sempre in doppia cifra: +10% nel 2012, +11% nel 2011 e +13% nel 2010 (a cambi correnti).

I MARGINI RESTANO MIGLIORI CHE NELL’INDUSTRIA – Secondo Mediobanca, comunque, le maggiori aziende della moda italiana hanno segnato nel 2013 risultati migliori di quelli della grande industria privata italiana, soprattutto con riferimento al trend dei ricavi e ai margini. Nel 2013 la grande industria italiana ha segnato un calo del fatturato dell’1,9% contro una progressione dell’1,4% delle 135 aziende moda Italia e del 4,4% delle 10 maggiori aziende (“top moda”). L’ebit margin delle prime è superiore a quello della grande industria italiana (9,1% contro l’8,4%), quello delle seconde quasi il doppio (15,1%). Soprattutto ciò che distingue le aziende della moda rispetto a quelle della grande industria privata italiana è la struttura finanziaria.

STRUTTURA FINANZIARIA PIU’ SOLIDA E LIQUIDA – Le società della moda sono molto più capitalizzate, con debiti finanziari pari a meno del 40% dei mezzi propri per le aziende moda Italia e addirittura meno del 9% per le prime 10 aziende contro un 143% medio nella grande industria. Altro fattore di diversità è l’abbondanza delle disponibilità liquide, pari a quasi 4 volte il debito oneroso, per le 10 maggiori aziende di moda, rispetto ad un’incidenza del 66% per le aziende moda Italia e del 38% per la grande industria privata italiana in genere.

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