Da oggi tutti a fare previsioni!

Saranno le bollicine, saranno i lauti pasti consumati nel periodo, sarà l’euforia dettata dal fatto di lavorare poco, certo è che in questa fase si rischiano di prendere delle topiche clamorose. Quest’anno magari sembra più facile perché dopo i disastri del 2008 non ipotizzare un recupero, anche parziale dell’economia, dopo quello che è successo negli ultimi tre mesi, appare quantomeno bizzarro, e prevedere una ripresa, seppur lenta, seppur contornata da ricadute anche pesanti, sembrerebbe come sparare sulla croce rossa. Ma vediamo i commenti che girano, perché alla fine sono quelli che contano.

Nella sua prima intervista televisiva, il vicepresidente eletto Joe Biden ha dichiarato che l’America sta molto peggio di quanto lui e Obama avessero inizialmente ipotizzato e previsto, e questo fatto fa si che ci sarà bisogno di un nuovo piano di stimolo tra i 600 e 700 miliardi di dollari. “L’economia degli Stati Uniti e’ in pericolo di un affondamento assoluto. E’ in una situazione molto peggiore di quel pensassimo e avrà urgente bisogno di un secondo piano di stimolo in un range compreso tra i $600 e i $700 miliardi”, ha detto Biden nella sua prima intervista TV da quando e’ stato eletto vicepresidente. Un sondaggio fatto da Bloomberg, tra i massimi esperti di economia, ha rivelato che il 20 gennaio Obama si presenterà alla Casa Bianca come presidente degli Stati Uniti con già in tasca i decreti per il rilancio dell´economia americana. E si parla di mille miliardi di dollari di investimenti. Nel piano un pacchetto per rilanciare i lavori pubblici, anche se qualche critico afferma che sono quelli che fanno più effetto, piacciono alla critica e si pagano poco alla volta, cioè mano a mano che i cantieri vanno avanti. Ma anche, si dice, un maxi-piano di super- autostrade informatiche (e tecnologia in generale) per dare all´America una nuova scossa tecnologica dopo quella che segnò l´inizio dell´era Clinton. E quindi si esclude che Obama possa passare due mesi a discutere con i suoi consiglieri e il Congresso su che cosa mettere nel piano di rilancio. La ripresa, secondo le previsioni, dovrebbe partire nel terzo trimestre dell´anno prossimo, quindi in autunno. In America questa ripresa, sarà rapida e bruciante con un possibile aumento del Pil dell’1% su base annuale, mentre in Europa le previsioni danno una ripresa lentissima, intorno allo 0.3%, un terzo di quella Usa.

E al nostro mercato cosa succederà?
Se così fosse potremmo ipotizzare un primo periodo nel quale il biglietto verde pagherà le conseguenze di un peggioramento della crisi, seguito ad un rilancio importante e ad una caduta della moneta unica. Questo sarebbe logico e in linea con le previsioni appena richiamate. Ma, si sa, molto spesso il mercato dei cambi sorprende e potrebbe anticipare tutto questo scenario di qualche mese, con un dollaro in recupero ancora nella fase di recessione economica.
Per ora non la pensiamo in questo modo, ma dopo quello che abbiamo visto, non ce la sentiamo di avere certezze assolute. Nel breve periodo tutto ancora è possibile, con il dollaro nei confronti dell’Euro sempre in “zona mista” mentre la sterlina resta ancora sotto pressione, almeno fino a quando la Boe darà dei segnali diversi da quelli fino ad ora evidenziati. Lo Yen resta vicino a possibili interventi della Boj atti ad indebolirlo, anche se il trend della valuta giapponese resta in ripresa e rialzo. I carry trades non sembrano esistere più dopo tanti anni di gloria e hanno toccato il loro minimo storico a livello di appeal. I soli carry trades rimasti tali sono AudJpy e NzdJpy, tra le valute majors intendiamoci, perché i differenziali di tasso sono ancora minimamente degni di nota. Il problema però deriva dal fatto che le aspettative sui tassi australiani (al 4.25%) e neozelandesi (al 5.00%) sono ancora per qualch futura riduzione per cui i cross AudJpy e NzdJpy fanno estrema fatica a riprendere quota. Per tutti gli altri “non c’è trippa per gatti”. Addirittura GbpJpy appare su livelli che a noi parrebbero estremamente interessanti come livelli di acquisto, ma solo perché il cross in questione ha raggiunto livelli così bassi che sembrano sfondare il grafico disegnato sui nostri Pc.
Per ora il differenziale resta quasi il 2% annuo ma non è sufficiente a far riprendere il cross in questione.

Per gli altri carry trade, ZarJpy, piuttosto che TrlJpy, sicuramente sono su livelli interessanti, ma anche in questo caso si deve fare attenzione al problema legato alla crescita dei mercati emergenti, che potrebbe soffrire per una buona parte del 2009 il calo della domanda globale con conseguenze chiare anche sulla valuta. Insomma è prematuro ancora avventurarsi in acquisti, i saldi dureranno ancora qualche mese per cui avremo il tempo di prepararci, sperando di individuarne i segnali.

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