I banchieri italiani dicono no alla tassa di settore

I banchieri italiano bocciano la proposta Ue di una tassa sulle banche ma l’Italia rischia di trovarsi isolata al prossimo G20, in programma questo week-end a Toronto.

All’uscita dell’incontro dell’Abi, che questa mattina ha dato il via libera alla candidatura di Giuseppe Mussari (che ora dovrà passare al vaglio del comitato nominato dall’assemblea), i banchieri hanno espresso il loro parere negativo sull’idea sostenuta da Germania, Francia e Uk. Le parole usate sono diverse ma la posizione unanime.

Una “scemenza”, per l’ad del banco popolare Pier Francesco Saviotti, mentre il numero uno di Bnl Luigi Abete parla di “un provvedimento che oggi non ha senso rispetto alle problematiche del mercato” aggiungendo che”se venisse deciso rispetteremo le regole anche se non le condividiamo”.
Un no secco viene dal presidente del consiglio di gestione di Ubi Banca; Emilio Zanetti che si è detto “assolutamente contrario a qualsiasi imposizione sulle banche”. Il vicepresidente di Unicredit Luigi Castelletti si scaglia contro i sostenitori:”siamo tutti impegnati – ha detto – e anche UniCredit, in un grande sforzo di persone, mezzi e risorse per sostenere l’economia e famiglie”. Giovanni Berneschi, di banca Carige: “In Italia penso sia difficile che la mettano – ha detto – ad ogni modo io sono contrario.”

Dopo le dichiarazioni del ministro delle finanze inglesi George Osborne riguardo all’introduzione di una tassa sugli istituti anche nel Regno Unito, il fronte dei sostenitori del provvedimento, inizialmente sostenuto dalla Germania, si sta allargando. L’Unione porterà a Toronto il documento con la proposta a cui però il nostro Paese – dove non si sono operati salvataggi bancari e dove gli istituti devono sostenere l’imposizione fiscale più elevata d’Europa – non ha aderito.

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