Bce: finchè inflazione non risalirà nessuna fretta di alzare i tassi

Tassi tornano a raffreddarsi

Che l’era del denaro a tasso zero o sotto zero anche in Europa stia esaurendosi è pacifico, che i tassi siano destinati a risalire rapidamente molto meno, tanto che anzi oggi all’asta per il nuovo Bot a 6 mesi si prevede un nuovo calo dei rendimenti. A monte, in seno alla Banca centrale europea, prosegue la discussione su quali debbano essere tempi e modalità di una “normalizzazione” della politica monetaria che non può permettersi il lusso di causare scossoni sul mercato.

Inflazione di fondo resta sotto l’obiettivo

L’inflazione di fondo nella zona euro resta inferiore alle attese, nonostante la crescita sia solida, ha affermato ad esempio il governatore della banca centrale finlandese e membro del board della Bce, Erkki Liikanen. Pertanto secondo Liikanen la Bce deve essere “paziente” nella rimozione dei suoi stimoli monetari. “Un graduale inasprimento della politica monetaria poggerà su basi più solide quando le indicazioni di tassi d’inflazione potenzialmente eccedenti il 2% diventeranno più evidenti nelle aspettative d’inflazione” ha commentato il banchiere.

Bce valuta tempi della normalizzazione

All’interno del board della Bce le discussioni si stanno spostando su quanto velocemente si debba procedere con la normalizzazione della politica monetaria dopo anni di misure straordinarie a sostegno dell’economia del vecchio continente. Per Liikanen l’inflazione di fondo (cui guarda la Bce per decidere in merito alla propria politica monetaria, ndr) potrebbe restare ancora per qualche tempo sotto le previsioni, perché la riduzione della debolezza dell’economia potrebbe non comportare un aumento dei prezzi come avvenuto in passato.

Per ora aspettative di inflazione restano modeste

Al momento, infatti, le aspettative di inflazione restano modeste e forse il potenziale di crescita economica è maggiore di quanto inizialmente stimato, ha sottolineato ancora il banchiere finlandese. Parole che possono dare un sostegno al presidente della Bce Mario Draghi, ma che difficilmente piaceranno a Jens Weidmann, presidente della tedesca Bundesbank, da più parti ritenuto uno dei papabili per la successione a Draghi al termine del mandato il prossimo anno e da sempre contrario all’utilizzo da parte della Bce, per di più per un periodo protratto, di misure “straordinarie”.

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