Microsoft punta sul retail cinese

È ben noto lo stile pragmatico e “business oriented” di Microsoft, che ha sempre puntato più a fare affari che politica o morale. E questo è ancora più vero nelle sue attività cinesi.

Consapevole del bacino di utenza sconfinato e delle opportunità di business enormi, Microsoft ha sempre fatto il possibile per radicarsi nel mercato cinese, anche accettando compromessi che altri grandi non hanno voluto accettare.

E’ recente la notizia di una joint-venture in minoranza con una società di stato cinese per la localizzazione di Windows10 per la pubblica amministrazione, come è risaputo del filtro dei risultati di Bing China.

Certamente Microsoft avrebbe preferito la totale indipendenza, ma almeno così è presente e può galoppare l’immenso mercato cinese; al contrario di Google, che non ha voluto cedere al censore cinese nel display dei risultati e si è trovato completamente “bannato” su tutto, neppure Gmail e GoogleStore sono utilizzabili in Cina.

Per Microsoft adesso è la volta del retail.

Al momento è già presente con 115 negozi monomarca, tutti in franchising, in gran parte all’interno di centri commerciali o megastore come Suning [l’azienda da poco proprietari dell’Inter] e Gome.

Il nuovo progetto prevede l’apertura del primo negozio gestito direttamente da Microsoft che diventi il “flagship store” dell’azienda e dia impulso alla proliferazione dei negozi in franchising, il target è arrivare a 400 nei prossimi due anni.

L’altro obiettivo è quello di suscitare nei consumatori cinesi una sempre maggiore percezione di Microsoft come un marchio di prodotto [di hardware] e non solo di software.

Non è un caso che l’annuncio del progetto retail Cina arrivi solo qualche giorno dopo la presentazione del nuovo “Microsoft Surface Studio”, prodotto di design sofisticato e soluzioni tecniche innovative, dedicato al mondo dei creativi e dei new media.

Isaiah Cheung, vice-presidente di Microsoft Greater China [Cina, Hong Kong, Macau and Taiwan], afferma che il mercato cinese della linea Surface è ormai già il secondo a livello mondiale dopo gli Stati Uniti, e che la spesa media del consumatore cinese cresce regolarmente, tanto da immaginare un sorpasso in un futuro non lontano.

Zhao Xiaolei, un analista di International Data Corp, insinua che Microsoft spera con questo progetto retail anche di definire un trend verso gli “all-in-one desktop”, inducendo in qualche modo gli altri produttori di PC a “copiarla” e quindi vendere loro il sistema operativo. Visione ardita, ma in qualche modo plausibile.

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