Etf vs. fondi comuni, paesi Bric

Il termine Bric è stato coniato da Goldman Sachs, per includere in un indice le nazioni emergenti (Brasile, Russia, India e Cina) che, per peso economico e politico, sia affiancheranno agli Stati Uniti come grandi potenze internazionali.
Il prodotto interno lordo della quattro nazioni incluse nell’indice dovrebbe superare, entro il 2015, quello degli Stati Uniti, con una popolazione che supera i 2,5 miliardi.
Nell’indice Bric il settore dell’energia e delle materie prime sono quelli maggiormente rappresentati, per la presenza di Brasile e Russia. 
A partire dal 2003, ovvero superate le crisi in Russia, sud est asiatico ed Argentina, con la ripresa dei mercati sono giunti grandissimi investimenti sulle piazze dei paesi emergenti, che hanno ottenuto performance a tripla cifra, ampiamente pregiudicate dall’ultimo anno.

Nel mercato [a]Etf Plus[/a] di [s]Borsa Italiana[/s], per investire sui paesi Bric, è presente l’Ishares Ftse Bric 50 (-53,8%), che ha registrato una forte perdita nel corso dell’ultimo anno, in linea con i corsi di mercato.
L’indice è calcolato da FTSE e misura la performance delle 50 maggiori società dei paesi Bric, tra le società più rappresentate vi sono Petroleo Brasileiro, Cia Vale Do Rio Doce, Gazprom, China Life, Lukoil, Bank of China e Petrochina.
E’ previsto il pagamento del dividendo.
 
Nel mercato del [a]risparmio gestito[/a] italiano, i fondi comuni specializzati sull’area Bric non sono numerosi, in quanto ogni casa d’investimento dispone di fondi specifici sui singoli paesi e di un fondo generico che racchiude la globalità  dei paesi emergenti.
Meglio dell’Etf, nel corso dell’ultimo anno, è riuscito a fare solamente lo Schroder International Fund Sicav Bric (-51,88%). Nel fondo di Schroder la Cina risulta essere la nazione più rappresentata, seguita da Brasile, Russia e India; i principali titoli in portafoglio sono Gazprom, Petrobas, China Mobile, Cia Vale Do Rio Doce e Cnooc.

Tra i fondi comuni che hanno ottenuto, nel corso dell’ultimo anno, la performance peggiore, vi sono l’Ubam Equity Bric (-65,66%) ed il Raiffeisen Eurasia (-62,99%).
 
Il rischio dell’investimento nei paesi Bric è molto alto, al rischio sistemico si sommano infatti quello paese e di cambio. Nel lungo termine tuttavia, per le ancora enormi possibilità di crescita del settore reale, dovrebbero garantire un ritorno maggiore rispetto a quello dei paesi industrializzati, per questo gli investitori dovrebbero costantemente monitorare l’area Bric.

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