Di seguito, il documento.
.jpg)
I MOTIVI DELLA RINUNCIA – La rinuncia, secondo quanto BLUERATING ha potuto ricostruire sulla base della cronaca degli ultimi giorni e delle indiscrezioni raccolte presso vari operatori del mercato, sarebbe dipesa proprio dalla linea comunicativa della società di Hong Kong, non del tutto improntata su criteri di chiarezza come avrebbe voluto – e come sembra avesse esplicitamente richiesto – l’agenzia di Velasco. Intercom aveva assunto l’incarico di occuparsi della comunicazione di Nit Holdings in Italia lunedì 3 novembre. Il giorno dopo, martedì 4, aveva diffuso il comunicato stampa che confermava l’invio e l’avvenuta consegna a Mps della documentazione – inoltrata dallo studio legale Luca Capecchi e Associati di Firenze (qui la notizia) – relativa alla “manifestazione di interesse della società Nit Holdings Limited al perfezionamento di una operazione di investimento strutturato sulla Banca Monte dei Paschi di Siena“. Con un investimento di 10 miliardi di euro (qui i dettagli).
SI MUOVE LA CONSOB – Il duca Rodolfo Varano di Camerino, procuratore del gruppo finanziario in Italia, ha quindi spiegato alla Reuters che Nit Holdings “vuole acquistare una quota di maggioranza della banca, rafforzare patrimonialmente l’istituto e utilizzare i soldi per fare un’alleanza strategica con gli altri soci”. Varano di Camerino ha confermato che, sempre a nome di Nit Holdings, la scorsa estate era stata stata presentata un’offerta per la Banca Popolare di Spoleto, posseduta dalla stessa Banca Mps al 7,239%, offerta che “non è stata accettata”. Secondo indiscrezioni, la proposta fu rigettata perché la documentazione finanziaria presentata fu giudicata inattendibile. Fatto sta che il comunicato stampa della scorsa settimana ha attirato l’attenzione della Consob, che ha avviato accertamenti per verificare l’ipotesi di manipolazione informativa in merito all’annuncio (qui la notizia).
IL “NO GRAZIE” DI MPS” – Dati i precedenti – stando a quanto riferiscono le varie voci raccolte sul mercato – Intercom avrebbe chiesto a Nit Holdings massima trasparenza e chiarezza e dunque una comunicazione il più possibile cristallina. Scontrandosi però con una linea di condotta apparsa fin da subito diversa e soprattutto con l’inchiesta aperta dalla Consob, l’agenzia avrebbe preferito troncare i rapporti. Dunque, ennesimo stop. Dopo quello della Banca Popolare di Spoleto e quello più recente della stessa Mps (qui la notizia), che ha respinto l’offerta bollandola come “generica e non valutabile”.