Il capital gain si paga doppio spostando il bond in un dossier cointestato

DOMANDA – Un cliente mi ha posto delle domande relativamente alla scadenza di un bond sottoscritto in emissione per un importo di 50mila euro e rimborsato alla pari. Il cliente si è visto addebitare due somme con causale “Capital gain D.L. 461/97” perché il titolo era in origine intestato solo a lui ma circa due anni fa lo aveva spostato in un dossier cointestato con la moglie. Ciò aveva portato un prezzo di carico fiscale aggiornato al prezzo di mercato di quel giorno, inferiore a 100. A me pare che il calcolo sia corretto. Oppure mi sbaglio?
G.C., Milano

RISPOSTA – Il lettore non si sbaglia. La modalità di calcolo è giusta perché al momento del trasferimento dei titoli non si è mantenuta l’identica intestazione dei bond e la normativa sul capital gain prevede che una simile operazione venga considerata al pari di una cessione a titolo oneroso, con conseguente liquidazione dell’imposta. In quel momento, quindi, il cliente si è visto contabilizzare una minusvalenza fiscale pari alla differenza tra il prezzo di carico e il prezzo al momento del trasferimento, che poi è stato il prezzo di assunzione in carico nel nuovo rapporto. Ed ecco il motivo per cui si è giunti all’applicazione del capital gain a scadenza. E’ anche ovvio che la “vendita” abbia fatto emergere una minus che è stata già utilizzata dal cliente a compensazione di successive plusvalenze (altrimenti non ci sarebbe stato addebito a suo carico). Ed è stato anche un bene, in quanto dal 1 luglio 2014 l’aliquota è passata al 26% contro il 20% in vigore al momento del passaggio dei titoli. Da notare come alcune banche consentano di attribuire il possesso dei titoli al portatore, immessi in un dossier cointestato, anche a uno solo degli intestatari. In questo caso il titolo sarebbe stato trasferito mantenendo il prezzo di carico. In questi casi si evitano tante complicazioni fiscali.

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