Quaglia ha poi affermato: “Aderiamo al patto per partecipare attivamente al piano industriale e all’elaborazione di una politica di maggiore sviluppo e creazione di valore del gruppo”. E continua: “La nostra idea è di costruire, non di distruggere“. Quanto al ruolo che la Fondazione Crt avrà nel patto Quaglia si è limitato a dire: “Lo vedremo”.
Il Patto di consultazione è lo strumento che i due maggiori soci privati di Generali – Caltagirone e Del Vecchio – hanno scelto per minare la leadership di Donnet, nell’occasione del rinnovo del Cda nella prossima assemblea di aprile. Patto esplicito che dovrebbe essere circoscritto nel tempo, ovvero fino alla data di rinnovo del Cda, per scongiurare l’eventualità di concerto che porterebbe la Consob a costringere i due, qualora superassero la soglia percentuale del 25%, a lanciare un’Opa. I due potrebbero decidere di presentare una propria lista, che si aggiungerebbe a quella del board e a quella dei fondi.
Per questo le Parti aderenti al Patto si sono impegnate a tenere lontano l’obbligo di lanciare un’offerta pubblica di acquisto (OPA) sul Leone di Trieste. Se tali obblighi dovessero sorgere in violazione del Patto, “è convenuto che le Parti si tengano reciprocamente manlevate ed indenni da qualsiasi danno sofferto a causa del sorgere di tali obblighi”.