Fineco, l’asset management a misura di consulenza

Come molti professionisti della finanza anche Fabio Melisso, ceo di Fineco Asset Management (FAM), ricorderà il 2022 come un annus  horribilis per i mercati. Per la società di gestione da lui guidata, però, i numeri raccontano un’altra storia e attestano una crescita a due cifre dei profitti, assieme a una raccolta miliardaria. “Possiamo dire che per  noi è stato un anno intenso ma ricco di grandi risultati e soddisfazioni”, dice Melisso, che racconta a BLUERATING i traguardi raggiunti e delinea gli scenari all’orizzonte per l’industria del risparmio gestito.

Dottor Melisso, cosa vi ha permesso di raggiungere questi risultati?
Condividiamo il nostro dna con quello di Fineco, e abbiamo basato la nostra crescita sulla ricerca della massima efficienza, in modo da condividere i vantaggi con la clientela. Il net profit di FAM in termini percentuali è cresciuto del 41% tra il 2021 e il 2022. Siamo stati in grado di intercettare la necessità della clientela di disporre di prodotti come il Global Defence e lo Smart Defence Equity, capaci di offrire una maggiore protezione, in questa fase di mercato particolarmente incerta.

Fineco Asset Management è una società di gestione con pochi anni di vita ma con masse già significative. Quali sono i vostri tratti distintivi?
Pur essendo parte del gruppo Fineco, noi competiamo in una piattaforma aperta. I nostri fondi sono all’interno di un catalogo estremamente ricco e dove sono presenti tante case di investimento che la banca mette a disposizione di clienti e consulenti. Abbiamo dunque voluto distinguerci, con una serie di strategie che ci differenziano perché, rispetto a case di investimento globali, siamo focalizzati sull’ascolto di una rete e di clienti molto specifici, in una geografia ben definita. Inoltre, abbiamo scelto di seguire un approccio value for money che consiste nell’offrire prodotti a costi convenienti ed equilibrati. Il terzo e non ultimo elemento che ci contraddistingue è il time-to- market: abbiamo sviluppato sin dall’inizio un piano strategico in grado di raccogliere un’idea, maturata da un confronto con i consulenti, e di trasformarla in un prodotto di investimento a disposizione della piattaforma di Fineco. Questo approccio ci ha visto protagonisti non soltanto in Italia ma anche in Europa: in quattro anni e mezzo abbiamo erogato ben 444 Isin nel nostro catalogo.

Quanto avete raccolto lo scorso anno?
Il dato complessivo di raccolta si attesta intorno ai 4,5 miliardi tra retail e istituzionali. Vorrei sottolineare che il 2022 è stato un anno di grande impegno su diversi fronti, sia dal punto di vista dello sviluppo degli asset istituzionali che di quelli retail. Nell’ottobre scorso abbiamo inoltre lanciato gli Etf ed esteso la nostra gamma sviluppata in house anche nei Global Defense, prodotti a cedola che hanno beneficiato di un contributo importante proveniente dalla raccolta retail. E così, abbiamo proseguito su questa strada anche all’inizio del 2023: a gennaio abbiamo infatti registrato la miglior raccolta di sempre.

Lo scorso ottobre avete annunciato la quotazione su Borsa italiana di undici Exchange traded fund. Perché questa famiglia di prodotti è stata apprezzata? Avete in mente di ampliarne la gamma?
L’aspetto più interessante di questa operazione è forse il percorso che ci ha portato a renderla realizzabile. In questo settore la ricerca dell’efficienza è un aspetto decisivo e uno dei nostri obiettivi era presentare prodotti con costi perfettamente paragonabili a quelli che offre il mercato. Possiamo dire di esserci riusciti senza scorciatoie, realizzandoli interamente in house. La risposta dei clienti è stata positiva e ci prepara per tutte le sfide future di compressioni dei margini. Contiamo di estendere ulteriormente la gamma nei prossimi 6 mesi con quattro nuovi strumenti focalizzati su tematiche molto attuali, su trend strutturali di lungo periodo. Di sicuro andremo avanti su questo percorso perché abbiamo gettato un seme che sta via via germogliando. Siamo fermamente convinti che la strada giusta per i clienti e per la stessa industria del risparmio sia questa: aggiungere qualcosa di complementare alla gestione attiva, senza sostituirla.

Dopo anni di crescita, il risparmio gestito si trova di fronte a uno scenario mutato, con i tassi in salita. Cosa cambierà per il settore?
Per noi, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, il nuovo scenario offre opportunità di crescita interessanti. Il fatto di aver costruito in house fondi che sul mercato non esistevano con la possibilità di offrire un rendimento certo, e una cedola importante su un orizzonte temporale di 3-5 anni, ben ci posiziona nel contesto che stiamo vivendo. Avendo gli ingredienti giusti e i prodotti giusti, lo scenario attuale può consentirci di cogliere i bisogni dei clienti, sia in maniera tattica che in maniera strategica. I mercati sono costantemente in evoluzione, e le varie fasi economiche che si alternano pongono costantemente nuove sfide all’intera industry. Chi ha una grandissima esposizione come customer base verso l’equity farà più fatica, in Italia chi applica performance fee farà doppiamente fatica. Ma è un processo sano che stimola una sana competizione.

Quali saranno i principali temi che guideranno le scelte di investitori e asset manager quest’anno?
Il primo abbiamo già iniziato a vederlo, con la ripresa del mercato obbligazionario. Questo ci permette di offrire dei rendimenti intorno al 4%, garantendo un ritorno considerato appetibile in questo momento rispetto al rischio. Per un risparmiatore può infatti essere attraente un prodotto che, a fronte di commissioni corrette, offre una maggiore sicurezza sul portafoglio. Al tempo stesso, come FAM, siamo fermamente convinti che anche in queste condizioni investire nell’azionario favorisca un corretto equilibrio dei portafogli degli investitori se fatto attraverso un’ esposizione globale, investendo in trend strutturali come l’attenzione alla sostenibilità, l’energia pulita, le nuove tecnologie e attraverso un metodo graduale di ingresso nei mercati, che sfrutti i principi base di finanza comportamentale, così da evitare un errato market timing e che al tempo stesso protegga dalla volatilità dei mercati stessi.

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