Fineco, prezzo sotto i riflettori

Crescita resta la parola d’ordine di FinecoBank. I numeri parlano chiaro: il gruppo ha archiviato il primo semestre dell’esercizio in corso con un utile netto record di 308,9 milioni di euro, superiore del 38,8% rispetto allo stesso periodo del 2022 e i ricavi sono stati pari a 600,7 milioni, in aumento del 29,4% trainati dal margine finanziario (+86,1%) e dall’investing (+4,8%), grazie al crescente contributo di Fineco Asset Management e ai maggiori margini netti sul gestito. Ancora, le attività finanziarie complessive sono salite del 12,7% a 115,9 miliardi.

Discesa a settembre

Tuttavia, soprattutto dopo la correzione accusata a inizio settembre dall’inizio di quest’anno il titolo perde il 25% circa (dati aggiornati a metà settembre). A 12 mesi e a tre anni la discesa è comunque limitata al 5% e, se calcolata a cinque anni, la performance resta positiva (+3,4%), stando ai dati elaborati al 12 settembre. A cosa si deve dunque la recente contrazione a Piazza Affari dei corsi? Principalmente alla lettura dei dati relativi alla raccolta registrati ad agosto: la raccolta netta totale è stata pari a 648 milioni di euro, in aumento rispetto ai 486 milioni di luglio 2023 e ai 343 milioni di dell’agosto 2022. Ma la raccolta netta nel gestito è stata positiva per 156,5 milioni di euro contro i 257 milioni dello stesso periodo dello scorso anno mentre quella che fa riferimento all’amministrato è stata pari a 1,008 miliardi di euro, contro i 156 milioni di agosto 2022.

Giudizi degli analisti

I depositi hanno poi mostrato una flessione di 517 milioni di euro, portando il totale da inizio anno a -2,38 miliardi di euro, contro la stima degli analisti di Equita per l’intero 2023 di 2,5 miliardi. La raccolta gestita da inizio anno ammonta, stando ai dati di agosto, a 2,14 miliardi di euro mentre quanto stimato da Equita per l’intero anno è di 4 miliardi di euro. Gli analisti della sim milanese parlano quindi di una raccolta netta debole sulla raccolta diretta e di un brokerage in linea con le attese. Il giudizio buy sul titolo con un prezzo obiettivo di 16,50 euro.

Il totale dei clienti al 31 agosto 2023 si è attestato a 1,53 milioni, in rialzo del 4,9% anno su anno. Resta bullish anche la view di Citi che giudica buy FinecoBank, con target price di 17 euro. Più cauti, sempre dopo i dati sulla raccolta, sono invece gli analisti di Mediobanca che valutano il titolo neutral evidenziando che il mix registrato dal gruppo guidato da Alessandro Foti sembra debole, malgrado i buoni numeri di agosto sulla raccolta. E non si sbilanciano neanche gli analisti di Jefferies che sul titolo hanno una raccomandazione hold, con un fair value di 13 euro ma segnalano che il calo della raccolta diretta è stato ben sopra le attese. D’altra parte, uno dei motti più famosi tra gli operatori  di Borsa è “buy the rumors and sell the news”. E dopo che gli analisti hanno intravisto qualche debolezza il mercato ha punito le quotazioni del titolo.

Dividendo sopra il 4%

Un “punizione” che però ora ha riportato il rapporto tra prezzo e utili (P/E) a scendere a un più appetibile 13,85 e spingere al contempo il rendimento del dividendo al 4,2%. Multipli interessanti, tenendo anche conto che non si intravedono per il momento particolari nubi all’orizzonte per la big del gestito quotata a Piazza Affari. Specie stando alle più recenti dichiarazioni dell’amministratore delegato e direttore generale Foti: “Continueremo a investire nello sviluppo delle tecnologie e di nuove piattaforme, nell’ulteriore miglioramento della customer experience dei nostri clienti e nel rafforzamento della nostra rete, con particolare attenzione al ruolo chiave della consulenza evoluta”. Da segnalare inoltre come Standard Ethics abbia di recente migliorato l’outlook di FinecoBank a “Positivo” dal precedente “Stabile” confermando il corporate rating “EE+”. “La gestione e l’implementazione accurata delle politiche Esg”, spiegano da Standard Ethics, “appare ormai una caratteristica strutturale della banca, così come il modello di governance della sostenibilità adottato, il quale è in linea alle proposte volontarie dei maggiori organismi internazionali (Onu, Ue, Ocse)”. Inoltre, sempre a detta dell’agenzia di rating, “Il ventaglio delle policy aziendali copre i temi rilevanti: dalla qualità dell’ambiente di lavoro e l’attenzione verso i propri stakeholder, alla gestione dei rischi Esg coerentemente al modello di business. La rendicontazione extra- finanziaria e la definizione degli obbiettivi di medio-lungo periodo appare adeguata alla tipologia di banca. E la composizione quali- quantitativa degli organi apicali (in termini di indipendenza, diversità e parità di genere) è ottimale”.

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