L’etica professionale di un consulente finanziario si manifesta anche nei dettagli, apparentemente banali. Per esempio, considerando la fase di presentazione dei servizi a un nuovo cliente. Secondo le norme tecniche nazionali e internazionali, è possibile valutare il suo grado di eticità.
Sei elementi
In questa fase, il consulente dovrebbe descrivere sei elementi chiave del servizio finalizzato a: 1) Realizzare una pianificazione finanziaria. 2) Supportare nella definizione di obiettivi di vita e l’analisi delle risorse disponibili per raggiungerli. 3) Selezionare prodotti e servizi finanziari coerenti, efficaci ed efficienti. 4) Quantificare l’esito della pianificazione mediante stime probabilistiche oggettive circa il grado di completamento delle esigenze e degli obiettivi di vita. 5) Monitorare costantemente il piano ed effettuare gli aggiustamenti necessari per mantenerlo in linea con gli obiettivi. 6) Responsabilizzare l’utente circa la definizione degli obiettivi ed esigenze finanziarie.
Principi di Kant
Tuttavia, l’omissione di uno o più di questi elementi, la mancanza di chiarezza o la loro comunicazione distorta o difforme potrebbe violare i principi kantiani fondamentali: 1) Imperativo categorico: si compromette l’universalità dell’azione, minando la fiducia e la credibilità dell’industria finanziaria perché se tutti i consulenti agissero in questo modo, il sistema si baserebbe su inganno e sfiducia. 2) Rispetto per le persone come fini e non come mezzi: si sfrutta l’utente per propri interessi, ledendo la sua dignità. 3) Autonomia e razionalità: si impedisce all’utente di esercitare la propria autonomia e di assumere liberamente decisioni razionali. 4) Verità e onestà: si compromette alla radice la fiducia della relazione professionale. 5) Giustizia ed equità: si crea una condizione per la quale l’utente potrebbe subire danni. Così, il rispetto dei principi etici kantiani è essenziale per garantire l’integrità.