AIG: problemi con la vendita di asset asiatici

Brutto colpo per i piani di raccolta fondi del gruppo AIG. La vendita di un pacchetto di minoranza della sua succursale assicurativa asiatica (che possiede un patrimonio di più di 20 milioni di dollari) ha dovuto affrondare un picco negativo dell’andamento del mercato. 
Lo stock messo in vendita riguarda la American International Assurance Company. La società in questione possiede una lunga storia all’interno della regione asiatica, particolarmente in China, che l’ha portata al vertice del mercato in diversi paesi emergenti; un profilo apparentemente interessante per ogni acquirente.

Tuttavia il processo di vendita sembra dover affrontare numerose sfide. A giocare un primario all’interno delle problematiche, è sicuramente il calo della domanda nell’industria assicurativa, mentre a completare il quadro contribuiscono i pochi finanziamenti per i compratori e prospettive di scenari economici migliori, ancora abbastanza distanti sull’orizzonte temporale.

Seguendo il pensiero di Paul Clarkson, direttore di Fitch Ratings (che si occupa delle società assicurative): “ E’ vero, i tempi attuali sono problematici. L’industria assicurativa sta affrontando diversi ostacoli. I prodotti legati agli investimenti sono in crisi, le garanzie bancarie si sono prosciugate. I nuovi mercati soffrono”. I programmi per vendere fino a 49% di AIA sono stati messi in opera l’autunno scorso, poco tempo dopo che il governo degli Stati Uniti salvò AIG dal fallimento in settembre, con un programma di salvataggio da 150 billioni di dollari. Le offerte che sono state presentate dagli investitori sono diverse, ma quasi tutte relative a piccoli pacchetti azionari, cosa ovviamente non favorevole ad AIG, che confidava in una buona raccolta ai fini di appianare il debito.

Rimane quindi aperta la seguente questione: la scarsezza di risorse finanziarie del contesto locale, permette attualmente ad una società di acquisire il 49% di AIA?
Umberto Eco si domandava: “C’è davvero bisogno di domande retoriche?”. Ebbene sì, mai come in questo caso.

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