Oro: la domanda torna a crescere con mercati finanziari più volatili

Oro, la domanda riaccelera

L’oro è destinato a veder salire le quotazioni quest’anno, in conseguenza della maggiore volatilità dei mercati e di un equilibrio tra domanda e offerta? L’ipotesi sembra plausibile dopo i dati dell’ultimo rapporto del World Gold Council, che quantifica pari a 1.095,8 tonnellate (+6% annuo) la domanda d’oro del quarto trimestre 2017. Troppo poco e troppo tardi per cambiare l’esito di un anno che ha visto la domanda del metallo biondo calare del 7% a 4.071,7 tonnellate, ma forse un indizio di come l’oro stia riacquistando parte del suo fascino come bene rifugio e non solo.

Rallenta la richiesta da parte degli Etf

I flussi legati agli Etf (per il 73% riferito a prodotti europei), per quanto positivi, sono cresciuti meno di quanto registrato nel 2016; le banche centrali hanno continuato ad acquistare oro aggiungendo altre 371,4 tonnellate nette alle proprie riserve aurifere ufficiali (ma anche in questo caso gli acquisti netti sono calati del 5% rispetto a quelli del 2016). La domanda di lingotti e monete d’oro è invece calata del 2% (ma le sole monete d’oro hanno accusato un calo del 10%) a causa di un netto rallentamento della domanda da parte degli investitori al dettaglio statunitensi, la cui domanda (39,4 tonnellate) ha segnato il minimo decennale.

In ripresa la domanda da gioiellerie e tecnologia

India e Cina hanno guidato il rimbalzo del 4% della domanda proveniente dalla gioielleria (tornata a crescere per la prima volta dal 2013), ma entrambe restano sotto le loro medie storiche, mentre il maggior utilizzo di oro da parte delle industrie produttrici di smartphone e automobili ha portato la tecnologia a far crescere la sua domanda d’oro per la prima volta dal 2010 a 332,8 tonnellate (+3%), con un’accelerazione nell’ultimo trimestre (88,2 tonnellate, il livello più elevato dal quarto trimestre 2014). L’unico settore tecnologico che ha continuato a veder flettere la domanda è quello per utilizzi odontoiatrici.

Nuovo record produttivo, ma la Cina frena

Dal punto di vista dell’offerta, la produzione mineraria pur rallentando ulteriormente la sua crescita ha toccato un nuovo record storico con 3.268,7 tonnellate (rispetto al precedente record storico segnato nel 2016 con 3.263 tonnellate), nonostante un calo della produzione cinese del 9% a seguito dell’introduzione di più severe norme di tutela ambientale, mentre il riciclo è calato del 10% a 1.160 tonnellate, riflettendo una normalizzazione dell’attività di riciclo dopo il picco registrato nel 2016. Nel complesso l’offerta totale è calata del 4% a 4.398,4 tonnellate.

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