Asset allocation: microchip cruciali nell’economia globale

La fabbricazione e la miniaturizzazione dei microchip hanno costituito alcune delle sfide maggiori per l’ingegneria mondiale. Il commercio dei semiconduttori accompagna quello di una gamma in continua espansione dell’elettronica abilitata da questi chip ed è stato essenziale per la nostra economia globalizzata.

Ora che gli Stati Uniti hanno iniziato ambiziosamente a offrire maggiori finanziamenti e rafforzare la produzione domestica di chip e la relativa politica industriale, su che cosa dovrebbero focalizzarsi gli investitori? Stephen Dover, Head of Franklin Templeton Institute, prova di seguito a dare le risposte a questa domanda.

Stephen Dover discusso recentemente di questi temi con il Dr. Chris Miller, esperto di storia dell’economia e professore della Tufts University, che esamina la complessa evoluzione del settore nel suo nuovo libro: Chip War: The Fight for the World’s Most Critical Technology, e con JP Scandalios, Franklin Equity Group Portfolio Manager, che ha dedicato più di 20 anni alla ricerca nel settore dei semiconduttori. Ecco alcuni elementi salienti:

  • L’economia mondiale dipende dai chip per semiconduttori. La potenza di calcolo accessibile tramite microchip va molto oltre i centri dati e gli smartphone, ed è indispensabile per tutte le parti della nostra economiaLe auto sono sempre più dotate di migliaia di microchip, mentre solo un decennio fa ne avevano poche decine. Attualmente utilizziamo chip integrati nelle carte di credito e di debito, le lavatrici, i forni a microonde: praticamente qualsiasi cosa che funzioni con un interruttore per essere accesa e spenta. Microchip avanzati sono vitali anche per il settore della difesa. “L’anno passato, l’industria dei microchip ha prodotto più transistor della quantità complessiva di tutti i beni prodotti da tutte le altre società, in tutti gli altri settori, dell’intera storia umana. Non vi è niente altro che vi si avvicini,” secondo Miller. L’industria globale dei chip è stata storicamente molto ciclica, in funzione della sua dipendenza da personal computers (PC) e smartphone. Con la loro proliferazione abbiamo visto la ciclicità cominciare a diminuire, accompagnata allo stesso tempo da un notevole aumento della redditività. Alcune specifiche società di semiconduttori sono tra le più redditizie nel settore tecnologico globale, e una minore ciclicità potrebbe contribuire a rafforzare i rendimenti per gli investitori nel lungo termine.
  • Il processo di progettazione e produzione dei chip si sta biforcando. Il trend dell’industria a favore di un modello fabless (senza fabbricazione) implica che gli utenti di semiconduttori (ossia, Apple) si occupano della progettazione in funzione delle loro esigenze specifiche, esternalizzando invece la fabbricazione dell’hardware a fonderie di chip, la più grande delle quali è la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) di Taiwan. Le società che gestiscono ampie infrastrutture per il cloud computing stanno anche passando sempre più a costruire i propri chip: tra queste Amazon, Microsoft e Google. Il vantaggio a tale riguardo è che i circuiti integrati per le loro applicazioni (chip progettati su misura) sono perfezionati al massimo per i loro centri dati, e ciò porta a una riduzione dei costi. Intel, che ha storicamente progettato i propri chip, si è lasciata sfuggire alcuni cambiamenti chiave nel settore. È famosa la storia di come Intel avesse snobbato a suo tempo la richiesta del co-fondatore di Apple Steve Jobs di produrre chip progettati da Apple per il suo primo iPhone.
  •  Il potenziale per rendere i chip più piccoli si sta riducendo a sua volta. I transistor, già misurati in miliardesimi di metro, sono stati ridotti alle dimensioni di molecole di virus e DNA. L’applicazione della legge di Moore – secondo cui il numero dei transistor sui microchip raddoppia  ogni due anni – è diventata più difficile, e le società sono obbligate a diventare più creative per aumentare l’efficienza dei chip. La domanda dei clienti per nuovi utilizzi e capacità è il propulsore di questo processo. Prevediamo che i progressi derivanti da una progettazione di chip creativa saranno maggiori rispetto a una riduzione costante delle dimensioni. Un elemento chiave che l’industria deve considerare è come confezionare i chip in modo da organizzarli e assemblarli in modi nuovi e innovativi.
  • La concorrenza sottostante oggi è ampiamente strutturata in funzione di una supply chain differenziata globale. Gli Stati Uniti sono specializzati nella progettazione di chip e nella fabbricazione di alcune macchine utensili. Il Giappone è decisamente esperto nella produzione di prodotti chimici ultra-purificati utilizzati nella fabbricazione di semiconduttori. I Paesi Bassi producono le macchine litografiche più all’avanguardia, e Taiwan non ha concorrenti nella fabbricazione dei chip per processori più avanzati. Una singola società, TSMC, produce il 90% dei chip per processori più avanzati del mondo.
  • I fabbricanti di chip cinesi si affidano ad attrezzature per la produzione importate dagli Stati Uniti e dai Paesi Bassi. È per questo motivo che la Cina è rimasta vulnerabile a restrizioni delle importazioni del tipo di quelle imposte nell’ottobre scorso. I chip sono importanti per l’economia cinese, che consuma circa il 25% di tutti i chip prodotti nel mondo, ma di cui solo l’8% circa è prodotto in Cina.1 È da notare come la spesa per le importazioni di chip della Cina sia equivalente a quella per le importazioni di petrolio.
  • Gli Stati Uniti sono fermamente intenzionati a mantenere la propria leadership nei semiconduttori. Il primo obiettivo del governo statunitense è mantenere la leadership nella ricerca e la progettazione avanzata di chip. Il 20% circa del CHIPS Act è dedicato alla ricerca.2 Mira, inoltre, ad avere la più avanzata produzione di processori a livello nazionale. Attualmente, solo tre aziende al mondo possono produrre i semiconduttori logici più avanzati: Samsung (Corea del Sud), TSMC (Taiwan) e Intel (Stati Uniti).
  • La spinta del governo statunitense per una rilocalizzazione della fabbricazione è accompagnata da costi iniziali elevati e una complessità che forse è seconda solo allo sviluppo di reattori nucleari.

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