Asset allocation: ecco dove trovare opportunità nell’azionario

“Il cambiamento delle dinamiche degli investimenti obbligazionari, con molti investitori che cercano sempre più la neutralità nella duration, si sta osservando anche nei mercati azionari. Gli operatori di mercato stanno capitalizzando le opportunità di rendimento più elevate nei mercati emergenti ed implementando strategie di investimento nel credito investment grade di qualità come carry play difensivo“. A farlo notare è Johan Van Geeteruyen, CIO Fundamental Equity di DPAM, che di seguito spiega nei particolari la view.

I modelli bancari diversificati e sottovalutati, in particolare quelli delle banche europee, sono un’interessante opzione di investimento. Sebbene si percepisca il rischio di problemi di liquidità a causa della fine dell’inasprimento quantitativo e delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, le banche europee hanno dimostrato una certa resistenza, sostenuta da una regolamentazione stabile. Tuttavia, non sono state immuni dalle ricadute delle recenti turbolenze bancarie statunitensi. Questo non mina però l’attrattività del settore bancario, sostenuta da tassi più elevati, normative favorevoli e valutazioni interessanti, che ne fa un candidato promettente per una posizione leggermente sovrappesata nei portafogli d’investimento.

La leadership azionaria dell’Europa negli ultimi nove mesi, con una sovraperformance del 12%, solleva dubbi sulla sua capacità di tenuta a lungo termine rispetto agli Stati Uniti. Nonostante la successiva sottoperformance del 7%, il vantaggio del vecchio continente è dovuto al divario di valutazione, alla crescita attesa degli EPS  (stima degli utili per azione) e al miglioramento dei fondamentali. Tuttavia, una forte sovraponderazione delle azioni europee è meno convincente alla luce di fattori come l’attenuarsi della crisi energetica e le potenziali delusioni del mercato cinese.

La tenuta del mercato europeo potrebbe essere messa alla prova dalla stretta creditizia e dalla diminuzione della spinta energetica. Se il dollaro si indebolisse, i titoli azionari al di fuori degli Stati Uniti, compresa l’Europa, potrebbero offrire prospettive più promettenti. Nel prosieguo dell’esercizio finanziario, la storia delle azioni europee offre un mix di incertezza e potenzialità per l’investitore esperto.

La scommessa sull’intelligenza artificiale

L’arrivo dell’IA generativa nei mercati azionari ha tutte le caratteristiche di un fenomeno in divenire, eppure la domanda rimane: Si tratta di una rivoluzione simile all’avvento di Internet o dell’iPhone, o solo di un’altra tendenza gonfiata come le criptovalute o il Meta?

Il panorama degli investimenti in questo settore offre sia rischi che opportunità. Le aziende che per prime adottano le nuove tecnologie, di solito ottengono i maggiori profitti all’inizio, ma questo vantaggio diminuisce nel tempo, man mano che i nuovi arrivati scalzano i pionieri. Nel caso dell’IA, i dati la fanno da padrone: più sono, meglio è. Questa dipendenza dai dati potrebbe limitare il numero di operatori dominanti, con il risultato che le grandi aziende di piattaforme o reti come Meta, Apple, Google, Tencent e Alibaba potrebbero raccogliere la maggior parte dei profitti dal settore. Anche i produttori di chip adatti all’IA sono potenziali protagonisti, vista la prevista impennata della domanda. Per comprendere appieno la portata di questa tendenza emergente è fondamentale esplorarne però anche  i rischi, come le considerazioni etiche, la sicurezza dei dati, l’impatto sulla forza lavoro, la dipendenza dalle macchine e le questioni geopolitiche.

La forma dell’economia asiatica

Mentre la Cina continua a essere al centro delle discussioni economiche globali, il suo ruolo di motore principale della crescita sembra vacillare tra i problemi del settore immobiliare e la tendenza alla deflazione. Sorge spontanea la domanda: Come cambia il panorama delle opportunità nel resto dell’Asia? Nonostante una ripresa meno forte del previsto, le condizioni di miglioramento della Cina, sostenute da valutazioni interessanti e da un quadro favorevole della domanda interna, fanno essere ottimisti. Gli analisti mantengono una posizione rialzista, senza farsi scoraggiare da un indebolimento delle prospettive produttive globali. Nel frattempo, l’influenza delle spese legate ai cicli elettorali in Indonesia e Taiwan merita di essere osservata. Il Giappone rappresenta una proposta interessante, con i suoi aumenti razionali delle azioni sostenuti da bassi P/E e dal miglioramento degli utili. L’attuale contesto beneficia del rinvio della stretta monetaria della Banca del Giappone, del deprezzamento dello yen e di una fase di riapertura tardiva. Il potenziale di disaccoppiamento dal ciclo globale, i venti favorevoli dell’inflazione e i prezzi attraenti dei titoli azionari, con le società in liquidità netta, ne fanno un vantaggio. L’India, invece, brilla grazie alla conclusione della stretta monetaria e alla diminuzione dell’inflazione. Avvantaggiata da aspettative di crescita sostenute, un potenziale ciclo del mercato immobiliare e un rinnovato interesse di investitori stranieri, l’India rappresenta al oggi un’opportunità d’investimento estremamente interessante, nonostante il suo basso peso nell’indice MSCI.

Infine, gli investitori dovrebbero considerare che la crescita strutturale, guidata dai cambiamenti nella catena di approvvigionamento, potrebbe accelerare a causa dei crescenti rischi politici globali. La politica e l’aumento dei salari stanno facendo riconsiderare alle grandi aziende la possibilità di costruire fabbriche in Cina. Poiché la Cina è responsabile di quasi un terzo di tutto il settore manifatturiero globale, anche un piccolo spostamento verso i mercati vicini potrebbe portare grandi benefici. Lo stiamo vedendo accadere in settori come quello dei semiconduttori, dove i nuovi investimenti nel Sud-Est asiatico sono cresciuti di oltre sette volte dal 2019 al 2021, anche con le sfide del COVID-19. Questo modello potrebbe accelerare con la messa in atto di nuovi investimenti, il miglioramento delle infrastrutture e lo spostamento di una maggiore capacità produttiva. Si tratta di una buona notizia sia per i mercati emergenti come l’India e la regione ASEAN, sia per le regioni sviluppate come gli Stati Uniti e l’Europa.

 

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