Asset allocation, Giappone: l’azionario non è ancora a fine corsa

Le azioni giapponesi hanno vissuto un’ottima prima metà dell’anno, toccando i massimi da 33 anni a questa parte. La spinta al rialzo si è poi arrestata durante l’estate, mentre gli investitori discutevano delle prossime mosse sui tassi d’interesse statunitensi e della possibilità di una recessione globale. “Ma riteniamo che la ripresa delle azioni giapponesi non si sia esaurita“, affermano Masaki Taketsume, Fund Manager, Japanese Equities e Taku Arai, Investment Director – Japanese Equities, entrambi di Schroders, che di seguito spiegano le ragioni della previsione.

Tra le ragioni alla base della forte performance del mercato giapponese ci sono l’invito della Borsa di Tokyo nei confronti delle società a concentrarsi sul miglioramento del valore aziendale e il ritorno dell’inflazione e della crescita dei salari. Su entrambi i fronti vediamo dei progressi, pur riconoscendo che si tratta di tendenze che si svilupperanno nell’arco di anni e non di mesi.

La corporate governance migliora

Gli investitori in Giappone attendevano da tempo un miglioramento della corporate governance. Ma adesso il cambiamento sta arrivando, ed è stato avviato all’inizio di quest’anno dall’invito della Borsa di Tokyo alle società quotate a concentrarsi sul raggiungimento di una crescita sostenibile e sull’incremento del valore aziendale.

L’invito era rivolto in particolare alle società con un rapporto prezzo/valore contabile (P/B) inferiore a 1, il che significa che il mercato valuta una data azienda meno di quanto vale il suo patrimonio. Alle aziende è stato chiesto di mettere a punto un piano di miglioramento della propria valutazione, di renderlo noto, di implementarlo e di monitorarne i progressi. A metà luglio, il 31% delle società del Prime Market aveva reso note le iniziative che intendeva intraprendere in questa direzione.

Come ci si poteva aspettare, le grandi società con un P/B inferiore a 1 sono state finora le più proattive. Le società più piccole, che forse dispongono di minori risorse, hanno fatto meno progressi nella comunicazione di queste iniziative. E le società con un P/B superiore a 1 hanno fatto meno progressi di quelle con un P/B inferiore a uno.

Misure rapide e misure lente per migliorare il valore aziendale

Siamo incoraggiati dai progressi compiuti finora, ma naturalmente è ancora presto. Riteniamo che ci saranno ulteriori passi avanti, a mano a mano che la Borsa di Tokyo continuerà a fare pressione sul management delle aziende giapponesi.

La Borsa di Tokyo vuole che le aziende raggiungano una crescita sostenibile e un aumento del valore aziendale a medio e lungo termine. Ci sono molti modi per farlo, ma spesso richiedono tempo. Esistono misure che possono contribuire a incrementare il valore aziendale anche nel breve termine. Una di queste misure è lo scioglimento di alcune partecipazioni incrociate detenute da molte aziende giapponesi quotate in Borsa.

Le partecipazioni incrociate possono tendere a favorire un approccio compiacente del management, a scoraggiare l’assunzione di rischi e a rendere le società meno sensibili alle esigenze degli azionisti più piccoli. Tuttavia, molte banche giapponesi hanno già venduto le loro partecipazioni incrociate e altre società ne stanno seguendo l’esempio, in seguito alle pressioni esercitate dal codice di corporate governance e dagli stessi investitori.

La dismissione di queste partecipazioni incrociate potrebbe anche consentire alle società di utilizzare i proventi per misure favorevoli agli azionisti, come l’aumento dei dividendi o il riacquisto di azioni proprie. Si tratterebbe di un modo rapido per le società di ottenere un beneficio tangibile del tipo auspicato dalla Borsa di Tokyo, mentre si concentrano anche su azioni con un orizzonte temporale più lungo.

Segnali promettenti sull’inflazione

Diamo anche uno sguardo al contesto macroeconomico. Dopo un periodo prolungato di inflazione bassa o addirittura negativa a partire dagli anni ’90, la ripresa dell’inflazione post-pandemia è stata più gradita in Giappone che altrove. Gli ultimi dati sull’inflazione, di agosto, hanno mostrato un tasso annuo del 3,2%.

L’inflazione è importante. Se le aziende possono aumentare i prezzi, hanno la possibilità di aumentare i salari. Questo si traduce in un maggiore potere d’acquisto per le famiglie, che porta a un ulteriore aumento della domanda, che poi porta a un miglioramento delle vendite e dei profitti per le aziende.  Il Giappone è effettivamente a buon mercato in base a diverse metriche, tra cui il tradizionale “indice Big Mac” o il recente “indice Starbucks”. Se consideriamo il livello dei salari minimi in tutto il mondo, il Giappone si colloca anche fra le economie sviluppate più economiche, il che significa che c’è un margine significativo per l’aumento dei prezzi e dei salari.

Le sfide demografiche possono favorire la crescita dei salari

Attualmente i salari in Giappone sono in aumento, avendo registrato una crescita positiva per 19 mesi consecutivi. I dati recenti hanno mostrato un aumento del 2,9% su base annua a maggio, ma aumenti più contenuti del 2,3% su base annua a giugno e dell’1,3% su base annua a luglio. Questo significa che la crescita dei salari è ancora in ritardo rispetto all’inflazione. Tuttavia, pensiamo che ci siano ragioni per cui i salari debbano continuare a crescere. I profitti aziendali hanno raggiunto un nuovo picco nel trimestre aprile-giugno, perché le aziende sono state in grado di trasferire gli aumenti dei costi sui prezzi di vendita. Questo fa ben sperare per la futura crescita dei salari. Le sfide demografiche del Giappone potrebbero anche far sì che i dipendenti acquisiscano maggiore potere nelle negoziazioni salariali. La popolazione giapponese in età lavorativa si sta riducendo più rapidamente di quella di molti altri paesi sviluppati.

Potenziale superciclo per il Giappone innescato dall’inflazione

L’inflazione comporta un “costo” per la detenzione di contanti e possiamo prevedere cambiamenti di comportamento da parte sia delle famiglie che delle imprese, che detengono entrambe una grande quantità di liquidità. In un contesto deflazionistico, il contante la fa da padrone, quindi questi comportamenti erano in realtà piuttosto razionali. Le famiglie mantengono una notevole liquidità nei depositi bancari piuttosto che investire.

Questa situazione è destinata a cambiare e il governo giapponese ha intrapreso un’azione interessante e coraggiosa, introducendo un nuovo schema di conto di risparmio individuale, il cosiddetto “NISA”. Inoltre, pensiamo che le imprese giapponesi cercheranno modi per utilizzare la liquidità presente nei loro bilanci, in particolare per aumentare la produttività. La spesa in conto capitale rimane forte e ci aspettiamo che questa tendenza continui in un contesto inflazionistico.

Nel complesso, continuiamo a vedere prospettive positive per le azioni giapponesi e, in quanto investitori attivi, possiamo trovare molte opportunità in singole società che beneficiano di questi cambiamenti cruciali in Giappone.

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