Miliardi e miliardi per le banche, crisi su crisi, crediti incagliati su crediti incagliati, azionisti e risparmiatori spolpati. Ma i banchieri hanno sempre le tasche piene. Il Centro Studi Orietta Guerra del sindacato Uilca ha passato al setaccio tutti gli stupendi percepiti nel 2015 (ultimo anno disponibile poiché le informazioni si leggono sui bilanci) dai maggiori banchieri italiani. In cima alla classifica trionfa Federico Ghizzoni, che a maggio ha lasciato Unicredit per poi essere sostituito a luglio da Jean-Pierre Mustier. Secondo i calcoli della Uilca, nel 2015, il compenso totale di Ghizzoni si è attestato a 3,23 milioni, in crescita dai 3 milioni dell’anno precedente.
Il successore di Ghizzoni, Jean Pierre Mustier, in occasione della presentazione, a dicembre, di un piano lacrime e sangue per i dipendenti della banca, ha annunciato il taglio del 40% sulla parte fissa del proprio stipendio, che scenderà a 1,2 milioni di euro. Inoltre, l’ad di Unicredit non percepirà bonus annuali per il 2016 e per tutta la durata del piano, e neppure buonuscite nel caso lasci l’incarico nella banca.
Al secondo posto della classifica dei meglio pagati del 2015 figura l’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. Secondo i calcoli della Uilca, il banchiere, nel 2015, ha percepito in tutto 2,33 milioni dai 2,2 del 2014.
Al terzo posto della classifica c’è l’ad del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, che nel 2015 ha messo in tasca 1,93 milioni, in crescita dagli 1,71 del 2014. Ma dal 2015 molte cose sono cambiate: il gruppo si è fuso con la Popolare di Milano dando vita al Banco Bpm, di cui ad è Giuseppe Castagna (ex ad di Bpm).
Al quarto posto della classifica c’è Mps, che nel 2015 (e fino a settembre del 2016) era ancora guidato dall’amministratore delegato, Fabrizio Viola, ora alla guida della Popolare di Vicenza. Viola, nel 2015, ha percepito 1,9 milioni rispetto agli 1,3 del 2014. Al posto di viola al Monte dei Paschi è arrivato Marco Morelli, che percepisce una retribuzione annua lorda di 1,4 milioni dopo avere incassato già 300 mila euro come trattamento di ingresso e a cui vanno aggiunti 465 mila euro, di cui 65 mila per la carica di consigliere e 400 mila per quella di ad.
Al quinto posto, staziona l’ad di Ubi Banca, Victor Massiah, tuttora alla guida della Popolare, che nel 2015 ha portato a casa 1,58 milioni dagli 1,54 dell’anno prima.