Intesa Sanpaolo in Cina e l’importanza del radicamento sul territorio

La storia di Intesa Sanpaolo in Cina è di lunga data; prima ancora che il gruppo si formasse, sia Intesa che Sanpaolo IMI erano già presenti nel Paese (all’epoca solo con filiali a supporto delle aziende italiane) e qui si sono radicate ancora di più dopo la fusione.

Il gruppo nel 2007 fu il primo operatore italiano a rilevare le quote di una banca cinese, la Qingdao City Commercial Bank (Qccb), con sede a Qingdao, città da oltre 7 milioni di abitanti nella regione dello Shandong, una delle zone più ricche e industrializzate della Cina, non troppo distante dalla Corea del Sud (raggiungibile via traghetto). Inizialmente venne rilevato il 19.9% del capitale, essendo il 20% il limite di legge per i singoli investitori esteri.

Dopo questo investimento vari altri ne sono seguiti, fra i più significativi il Fondo Mandarin con il quale il gruppo ha finanziato lo sviluppo in Cina di aziende come Brembo.

Oggi la partecipazione del gruppo nella Qingdao City Commercial Bank è al 15%.

Ed è proprio partendo da questo asset chiave che è partita la nuova avventura di espansione in autonomia della banca italiana con YI TSAI (Talento Italiano), società di Wealth Management, di emanazione non bancaria (e quindi svincolata dai limiti citati), per la distribuzione di prodotti finanziari alla clientela di alto profilo.

YI TSAI sarà interamente partecipata dal gruppo bancario: 55% Intesa Sanpaolo – attraverso la Divisione banche estere – 25% Fideuram e 20% da Eurizon.

La compagnia – come si è letto in un comunicato – sarà multi prodotto e multi-brand privilegiando le società del gruppo Intesa Sanpaolo: Penghua FM ed Eurizon.

 

La rete di promotori

I prodotti saranno distribuiti attraverso una rete di promotori finanziari organizzata e governata sulla base delle best practice di gruppo.

Questo punto è fondamentale, perché significa realmente radicarsi sul territori, reclutare personale locale, formarlo, dotarlo di strumenti e prodotti competitivi.

Questo non è come partecipare società terze o gestire filiali locali con personale italiano, questo significa entrare nel quotidiano del Paese.

E quando il paese è la Cina, sicuramente si parla di grande difficoltà, ma anche enormi opportunità.

Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo ha detto: “Il gruppo intende offrire alla clientela ad alto profilo presente in Cina, servizi di consulenza finanziaria a 360 gradi finalizzati alla gestione e alla pianificazione del risparmio in ottica di lungo periodo, forte delle competenze e della credibilità delle istituzioni finanziarie occidentali”. “Grazie, infine, alla percezione dei brand del lusso italiani intendiamo attrarre nuovi clienti per espandere gradualmente nel Paese la nostra operatività e la nostra presenza nel settore”.

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