Avvio positivo del secondo semestre: ok i dati macro

A cura di Giuseppe Sersale, Strategist Anthilia sgr
Il secondo semestre del 2017, dal punto di vista macroeconomico,  sembra davvero essere iniziato con il piede giusto. La messe di  good news è  iniziata ieri notte con il PMI manifatturiero cinese di giugno elaborato da Markit (50.4 da prec 49.6 e vs attese per 49.8), tornato sopra la  soglia di espansione dopo aver interrotto una serie di 3 mesi di calo. Il moderato miglioramento è diffuso in tutti i principali sottoindici, ed era stato anticipato venerdi scorso da un simile miglioramento del PMI ufficiale dell’ufficio statistico cinese, che riguarda maggiormente le grosse imprese statali. In sostanza, Giugno sembra marcare una stabilizzazione del manifatturiero cinese, dopo il deterioramento degli ultimi mesi (grafico courtesy of Goldman Sachs)
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Aria positiva anche in Giappone, dove il Tankan del secondo trimestre 2017 ha mostrato ampi miglioramenti in tutti gli indici, in diversi casi ben sopra le attese, e il PMI manifatturiero markit flash di giugno è stato rivisto al rialzo . L’impatto positivo sugli asset giapponesi è stato attutito dalla cocente sconfitta di Abe alle elezioni locali di Tokyo. Lo scandalo dei finanziamenti alla scuola sembra costare al Premier più delle più tetre previsioni. Alcuni commentatori parlano di necessità di un rimpasto di governo, ma altri sottolineano che l’effetto finale potrebbe essere persino positivo nel breve, se il Premier decide di utilizzare la leva fiscale per recuperare popolarità.
I mercati dell’area hanno mostrato un tono moderatamente positivo, ma un attività modesta, in gran parte dovuta all’incombere della festività  US del 4 di Luglio, con chiusura dei mercati americani (anche oggi è prevista chiusura anticipata). Per tornare a pieno regime occorre aspettare mercoledi.
Il sentiment ha sicuramente fatto un passo avanti dopo l’apertura europea, con i principali indici in buon progresso, trainati dai bancari e dal settore oil. Anche la pausa nell’apprezzamento dell’€ ha fornito supporto, con la divisa unica tornata sotto 1.14 vs $. Un ruolo lo ha certamente avuto anche il quadro tecnico di breve, avendo l’Eurostoxx chiuso venerdi il gap in area 3.450 accumulando un robusto ipervenduto.
La liquidità  ridotta causa festività  US ha sicuramente contribuito ad esaltare i movimenti, come mostra il crollo dell’indice di volatilità dell’Eurostoxx (V2X) che ha perso il 16% senza catalyst particolari.
Nessuna particolare sorpresa dalle revisioni dei PMI flash manifatturieri europei, con la forza della Germania a bilanciare le revisioni al ribasso dei dati in Francia e Spagna.
Decisamente più sorprendente il balzo dell’ISM manufacturing US (57.8 da prec 54.9 e vs attese per 55,3.) tornato sui massimi dall’agosto 2014. La forza è ben rappresentata nei sottoindici, con robusti guadagni nei new orders (+4  a 63.5) e Production (+5.3 a 62.4). Parte della sorpresa è dovuta al fatto che l’omologo Markit, di cui avevamo avuto 2 settimane fa l’anticipazione del dato flash, non mostra affatto lo stesso entusiasmo, con il sottoindice production ai minimi da settembre scorso e i new orders in rallentamento per il quinto mese a fila. Va detto che il quadro fotografato dal più seguito ISM è coerente con quello evidente dai PMI  manifatturieri europei e di alcune zone dell’Asia (vedi Cina). Vedremo mercoledi, il quadro offerto dai settori servizi.
Il buon tono nei dati, il rimbalzo del dollaro (grazie a un posizionamento iper scarico e al forte ipervenduto di breve), e la buona partenza di Wall Street hanno prodotto una chiusura invero robusta dell’azionario europeo, con la piazza milanese sugli scudi, grazie allo stato di grazia delle banche. Al mood ha contribuito anche il greggio, giunto alla ottava seduta di recupero consecutiva. Dopo la chiusura europea, il sentiment ha perso un po’ di brillantezza, depresso dal un Nasdaq che non riesce a trovare supporto.

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