I dati tornano market mover?

Si mantiene ancora valida la correlazione che vede il dollaro perdere terreno in corrispondenza dei mercati equity che proseguono la corsa positiva (S&P 500 +2.4%), ma soprattutto in corrispondenza di dati macroeconomici migliori delle attese. La pubblicazione dei non farm payrolls venerdì, è stata nettamente migliore delle attese del mercato che si attestavano a -620.000 unità, facendo registrare un -539.000 (dato in valore assoluto pessimo ma che fa sperare in una fine del trend negativo nella creazione di nuovi posti di lavoro). C’erano già state avvisaglie di una possibile release del genere (l’ADP era uscito migliore della attese) e se a questo aggiungiamo la conferenza stampa di Trichet, non c’era altro da fare se non comprare eurusd. Infatti ci ritroviamo nel momento in cui si scrive a 1.3635, 400 punti più in su rispetto a giovedì.
I dati macroeconomici assumeranno via via sempre più importanza nella determinazione dei prossimi movimenti di mercato. Forse è il caso di dire che torneranno, pian piano, a legare le decisioni degli investitori alla situazione reale dell’economia. Non è ancora il momento ma la tendenza si sta muovendo in questa direzione, come è giusto che sia. Per quanto riguarda gli interventi sui tassi delle banche centrali, un buon segno ci arriva dall’Austrralia, dove la RBA ha deciso di non far scendere i tassi oltre il 3% in quanto l’istituto centrale sostiene che i segni di stabilizzazione economica che stanno cominciando a mostrare Cina, Asia e America potrebbero perdurare nel tempo e quindi fare da floor a questa crisi che sta lentamente lasciando spazio ad un cauto ottimismo.
Passando alla consueta analisi tecnica notiamo come l’euro, rotto 1.35 figura, abbia mostrato una veloce espansione rialzista: arrivati rapidamente al di sopra di 1.36, crediamo sia solo questione di breve tempo il raggiungimento del massimo degli ultimi due mesi, 1.3735. Come supporto alla salita, possiamo considerare valido 1.3580.


EurUsd: grafico 240 min

Al pari dell’euro la sterlina nei confronti del dollaro, avendo rotto un livello importante (1.50 in questo caso), sembra poter avere ulteriore spazio di salita: sia il livello di massimo precedente sia la regressione lineare dal minimo di inizio marzo, 1.3670, indicano un primo livello obiettivo per le prossime ore a 1.54 figura. Nel brevissimo è da valutare 1.5180 come punto di ingresso per seguire la tendenza primaria.
Passando al dollaro nei confronti dello yen abbiamo assistito, la settimana appena conclusa, ad un restringimento ulteriore del trading range: 97.90 e 99.80 sono i due estremi da considerare per operazioni nei prossimi giorni.
Il cambio euro sterlina, ha ricominciato la salita con una guadagno di 200 punti in due giornate: 0.9020 (massimo dal 29 aprile) è considerabile come primo livello di resistenza, mentre 0.8935 è considerabile come primo supporto giornaliero.

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