Pil cinese ancora in miglioramento

La ripresa della Cina dalla pandemia di coronavirus, seppur a una velocità più contenuta rispetto le attese degli analisti economici, è continuata anche nel terzo trimestre del 2020, mostrando segni di espansione sia sui dati relativi alla spesa dei consumatori che sul prodotto interno lordo. Il Pil della potenza asiatica, secondo quanto rivelato dai dati resi noti questa mattina, è infatti cresciuto del 4,9% su base annua, evidenziando come la Cina sia l’unica grande economia a crescere quest’anno, nonostante il dato abbia comunque peggiorato le stime degli analisti, che prospettavano una crescita pari al 5,2% annuo.

Dubbi relativi a un’interruzione della crescita economica cinese, smentiti però dall’espansione registrata sia sulle vendite al dettaglio relative a settembre che dalla produzione industriale. Le vendite al dettaglio sono infatti aumentate del 3,3% a settembre, su base annua, mentre la produzione industriale è cresciuta del 6,9%, insieme a un incremento degli investimenti locali pari allo 0,8%, nel periodo relativo ai primi nove mesi dell’anno. Numeri che mostrano come il contenimento precoce e aggressivo da parte della Cina alla diffusione del coronavirus, abbia impostato la base per un rapido rimbalzo dell’economia cinese, rispetto a tutte le altre economie mondiali.

Secondo quanto affermato dai primi commenti degli analisti, il miglioramento dei dati macroeconomici, nonostante la pressione provocata dalle difficoltà commerciali nei principali partner economici europei e americani della Cina, rappresenta un messaggio incoraggiante a livello globale, in quanto evidenzia come il successo nella gestione della crisi sanitaria implichi il successo nella ripresa economica dalla più grande crisi dopo Grande Depressione.

Brexit, Boris Johnson fra Ue e Camera dei Lord

Dopo l’alta tensione provocata dal mancato raggiungimento di un accordo commerciale tra l’Europa e la Gran Bretagna, i funzionari legislativi inglesi sono pronti a modificare la legislazione sulla Brexit di Boris Johnson, riaprendo la possibilità di sbloccare i colloqui. I negoziati si sono infatti bloccati con il Premier inglese che ha annunciato di iniziare i preparativi per lasciare il mercato unico europeo alla fine dell’anno, senza un accordo. Dall’altro lato, i funzionari europei hanno intrapreso un’azione legale contro il Regno Unito, chiedendo a Boris Johnson di abbandonare le clausole relative al commercio con l’Irlanda del Nord per raggiungere un accordo più ampio. Attualmente, il Primo Ministro ha rifiutato la proposta, ma alcuni funzionari ritengono che il Parlamento forzerà la decisione quando i membri della Camera dei Lord rimuoveranno le clausole che violerebbero il diritto internazionale.

Usa, ottimismo sul pacchetto di stimolo fiscale

Negli Stati Uniti, nel frattempo, Nancy pelosi ha fissato per domani la scadenza ultima relativa a un accordo di stimolo fiscale prima delle elezioni del 3 novembre. Il presidente Donald Trump, durante il fine settimana, ha accettato di incrementare gli importi proposti finora, aumentando l’ottimismo sui progressi relativi a un ulteriore sostegno economico. I listini azionari statunitensi hanno scontato positivamente la notizia, con l’indice S&P 500 che è aumentato dello 0,4% durante la sessione asiatica.

A cura di Wings Partners Sim

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