In attesa del beige book

Rimangono le pressioni sul dollaro americano dopo che il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha rilasciato dei commenti non positivi sullo stato di salute dell’economia americana. Non ci è stato comunicato nulla di nuovo rispetto a quanto il mondo già conosce, c’è stata soltanto una sorta di ufficializzazione (se mai ce ne fosse stato bisogno dopo i disastrosi NFP di venerdì) del fatto che i tassi di interesse rimarranno su questi livelli ancora per molto tempo. Questo risulta chiaro agli occhi di tutti gli analisti, in quanto si sta addirittura cominciando a parlare di un ipotetico QE3 nel caso in cui i dati sull’occupazione dovessero continuare a deludere. Questo tipo di stimoli quantitativi, rappresentano l’ultima mossa a disposizione di una banca centrale nel momento in cui non si vuole più agire sulla leva dei tassi di interesse, per cui ipotizzare che il dollaro americano manterrà il suo status di valuta di finanziamento nel momento in cui l’appetito per il rischio mostrerà delle fiammate e di valuta rifugio nel momento in cui i mercati saranno nervosi ci sembra intelligente. A ben vedere, dopo una conferenza come quella di ieri, il dollaro avrebbe dovuto perdere più terreno, ma i prezzi ci dicono che la maggior parte delle brutte notizie sono già scontate dal mercato. Questa sera arriverà l’appuntamento più importante della settimana per quanto riguarda l’America, vi sarà infatti la pubblicazione del Beige Book che ci darà una descrizione precisa dello stato di salute dei vari distretti americani. Sarà importante soprattutto vedere come i consumi si siano mossi nei 12 distretti analizzati: il pericolo che vi siano stati del rallentamenti generalizzati è alto e questo rende la pubblicazione di questo report un potenziale forte market mover bearish sul greenback.Un altro fatto degno di nota sono state le parole di Obama che ha dichiarato che la Germania, essendo il Paese europeo più forte dal punto di vista economico, deve prendere in mano la situazione dei debiti sovrani europei e deve guidare le possibili soluzioni, in quanto da esse, dipenderà anche l’andamento dell’economia futura a stelle e strisce.

EurJpy – grafico 240 minuti

Tutte queste comunicazioni sono doverose da parte di queste istituzioni, tanto doverose quanto scontate. Non ci arriva infatti nulla di nuovo e nessun suggerimento su quello che succederà nel futuro. Mai come ora non ci sembra il caso di andare a ragionare sulla forza o debolezza tout-cour di una valuta rispetto alle altre in quanto ogni rapporto di cambio potrebbe muoversi all’insù o all’ingiù in base al sentiment di mercato di breve periodo, che potrebbe punire a fasi alterne una valuta piuttosto che un’altra dato che ogni Paese è affetto da grossi problemi. Attenzione anche al Pil europeo in pubblicazione stamattina alle ore 11, ai dati sull’immobiliare canadese alle 14.15 ed alla decisione sui tassi della Reserve Bank of New Zealand questa sera alle ore 23.
Passiamo ad osservare la situazione dei cambi incominciando dall’eurodollaro.
Questo, dopo aver confermato ieri con estrema precisione la tenuta del supporto a 1.4570, ha continuato a mantenere la propria direzione rialzista. Il movimento osservato, oltre a consegnarci un ulteriore livello di verifica di tenuta della tendenza evidenziata da un paio di settimane, consente di incominciare ad essere ottimisti sull’obiettivo finale dell’euro. Come abbiamo già anticipato ieri potremmo assistere ad una prima resistenza alla salita nei pressi di 1.4715 e poi 1.4760, fermo restando che un superamento deciso avrebbe come naturale obiettivo a 1.4940, da cui l’euro ha incominciato il calo profondo visto ad inizio maggio tradendo le aspettative di chi pensava ad obiettivi al di sopra di 1.50.
Nonostante il cambio UsdJpy si trovi ancora adesso molto stabile nei pressi di 80, crediamo che la rottura nella notte con un  minimo visto a 79.75 sia il primo segnale di un dollaro che non tiene il passo dello yen. L’obiettivo rimane ancora a 79.55, quindi non distante dai prezzi attuali.
Si fa ancora più interessante l’evoluzione sul cambio EurJpy, dopo che già ieri in serata abbiamo potuto assistere ad un tentativo mancato di rottura di quel livello di resistenza a 117.70, che teniano sotto osservazione da giorni. Da questo dipende la risalita dei prezzi sino ad un ritorno su livelli visti ad aprile a 118.50 e oltre. Osservando la tendenza positiva delle ultime settimana ci accorgiamo come sia possibile disegnare una trendline che suggerisca per le prossime ore un livello di supporto dinamico: questo si trova a 116.60 e coincide perfettamente con la media mobile esponenziale di lungo (100 periodi) su un grafico con candele a 4 ore.
Il movimento dal cable dell’ultima settimana rende più semplice il nostro compito di ricercare livelli potenzialmente interessanti. Data la frequenza di tentativi di rottura possiamo infatti indicare un supporto chiave prossimo a 1.63, mentre la resistenza si trova sul doppio massimo eseguito tra venerdì e ieri, ovvero in area 1.6465.
Il cambio EurGbp, continua la propria tendenza rialzista, anche se in effetti è stato perso molto di quel movimento esplosivo apprezzato sino alla fine di settimana scorsa. I prezzi si trovano stabili al di sopra di 0.89, il che è comunque positivo per la salita, nonostante l’oscillazione delle ultime giornate si sia molto appiattita (il culmine è stato toccato da ieri pomeriggio, con un movimento dei prezzi all’interno di 10 pips). Se continuerà a tenere l’area di supporto indicata, le prospettive indicano un ulteriore risalita di una figura esatta, riportando così i prezzi al massimo degli ultimi 14 mesi di trading, prima del calo osservato in concomitanza con la debolezza dell’euro di maggio.
Il cambio GbpJpy si sta muovendo, da una settimana circa all’interno di una configurazione che ha assunto le sembianze di un triangolo. Le due linee di tendenza convergenti, molto evidenti osservando un grafico orario, indicano per le prossime ore una resistenza a 131.90 ed un supporto una figura esatta al di sotto, 130.90.
Il franco ieri ha subito un indebolimento sia contro euro, sia contro dollaro, seppure quest’ultimo si sia mosso di meno.
Il movimento del cambio EurChf ha portato, finalmente, alla rottura di 1.2250 (con successivo movimento di pullback), in grado quindi di lasciare ben sperare per un futuro verso il prossimo target chiave di 1.2490.
Il cambio UsdChf si è allontanato ieri dal minimo di 0.8327, andando a provare la rottura di 0.8390. Consideriamo questo livello il più importante livello di svolta nel breve, suggerito da diversi fattori, come la coincidenza di massimi e minimi da una settimana esatta nonché livello di transito della media di lungo all’interno di un grafico con candele orarie.

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