Inizio di settimana amaro per le partite Iva. Come ricorda l’agenzia Teleborsa, il 18 novembre è stato un lunedì nero tra versamento dell’Iva e delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori. L’Ufficio studi della CGIA stima che le imprese hanno pagato al fisco 26,9 miliardi di euro. E, oltre a questo importo, tutte le aziende dovranno versare i contributi previdenziali dei propri dipendenti ed eventuali collaboratori. Gli artigiani, i commercianti e i lavoratori autonomi, inoltre, verseranno all’Inps anche i propri.
Il Segretario della CGIA Renato Mason sottolinea che in base ai dati della Banca Mondiale la pressione fiscale in Italia ammonta al 59,1% dei profitti commerciali, contro una media presente nell’area dell’euro del 42,8%. Ma in ogni caso “la fedeltà fiscale delle nostre imprese rimane comunque molto elevata”. E che succede se qualcuno non rispetta la scadenza di pagamento prevista per oggi? L’ordinamento tributario, ricorda l’Ufficio studi della CGIA, impone al contribuente una sanzione dell’1% dell’importo da versare al fisco per ogni giorno di ritardo entro il 15esimo dalla scadenza. La percentuale sale al 15% se il pagamento viene effettuato entro il 90esimo giorno dalla scadenza. Per omesso pagamento o per versamento effettuato dopo 90 giorni dal termine previsto per legge, la sanzione sale al 30% dell’importo da versare all’erario. Le sanzioni possono essere fortemente ridimensionate usufruendo dell’istituto del “ravvedimento operoso”. Le riduzioni, però, diminuiscono con il passare del tempo di pagamento.