Crisi di governo, ai consulenti non fa paura

Oggi la crisi di governo entra in fase parlamentare, con il premier Giuseppe Conte si presenterà alle 12 alla Camera e domani mattina al Senato e rilancerà la sua azione di governo dopo la rottura con Matteo Renzi che ormai appare insanabile.

E’ evidente che questa situazione stia facendo preoccupare, e non poco, le menti delle persone già esasperate dal contesto già complesso in cui versiamo da ormai quasi un anno. Ciò nonostante i consulenti finanziari non sembrano essere così preoccupati, almeno per quanto riguarda il portafoglio dei loro clienti.

Qualche giorno fa abbiamo posto un sondaggio su Linkedin chiedendo se, vista l’attuale crisi di governo, fosse necessario sottopesare l’Italia in portafoglio oppure se tutto sia destinato a risolversi in tempi brevi. Questi sono stati i risultati: solo il 33% ha risposto “Sì, non ci sono alternative”, mentre il restante 68% ha confermato che non ce n’è bisogno.

Questi alcuni delle risposte in commento al sondaggio.

“Il prezzo dei nostri titoli di Stato (e di conseguenza lo “spread” tanto caro a Chicco Mentana quando esso quotava vicino a 700 bp) non dipende più (per fortuna nostra) da Conte o da Renzi. Da Supermario in poi, dipende solo dalla BCE, che lo mantiene accuratamente alto. Di conseguenza, le oscillazioni millesimali di prezzo dei BTP sono solo un’opportunità per fare arbitraggio e non una minaccia per i portafogli. Questo finché non cambia qualcosa nella politica monetaria continentale. Per quanto riguarda l’asset class azionaria, basta cercare il benchmark del MSCI World e la risposta è nella domanda”.

 

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