Asset allocation Europa e Usa: torna l’oro e cresce il peso delle obbligazioni

a cura di Francesco Maggioni

Eccoci giunti all’asset allocation adattiva per il mese di settembre, che non può non essere toccata dalle recenti turbolenze dei mercati.

Iniziamo subito con l‘allocation per l’Europa che vede rientrare, dopo oltre tre anni, una allocazione già del 10% sull’oro. Infatti non so quanti di voi, sotto l’ombrellone o in qualche località esotica, abbiano visto il movimento totalmente contrario che il metallo giallo ha avuto durante i giorni piu neri per le Borse. Una bella dimostrazione di forza. Per quanto riguarda gli altri settori, si rileva un incremento della allocazione sull’obbligazionario che torna al 30%. Queste due variazioni al rialzo arrivano a scapito di due uscite tout court dall’allocazione, ovvero il reset della allocazione del settore tecnologico, di quello energetico e dei consumi discrezionali.
In particolare il settore energetico a causa del tracollo del prezzo del petrolio ha fatto quello che in gergo viene chiamato un “nose dive” ovvero un tuffo verticale al ribasso.
Allo stato delle cose l’allocazione europea è al 95% esposta in settori difensivi e per un solo 5% in settori ciclici, ovvero un 5% nel settore industriale.
Come per l’Europa, anche nella allocazione americana si registra un rientro dell’oro al 10%, e un incremento nel settore obbligazionario al 20%. Qui variazioni di rilievo riguardano la diminuzione dell’allocazione nel comparto delle utilities e l’uscita dai settori industriali ed energetici (quest’ultimo per lo stesso motivo di quello europeo, evidentemente).

Ciò che salta all’occhio in questa allocazione, a mio modo di vedere, non è tanto quello che è cambiato, ma quello che non è cambiato. Infatti allocazioni nei settori tecnologico e farmaceutico rimangono invariati, con pesi importanti, ovvero rispettivamente del 20% e 30%.
Come oramai accade da qualche anno, l’America dimostra molta piu forza rispetto all’Europa, anche in momenti di crisi. Lo si vede anche dal fatto che l’allocazione in settori difensivi, seppur al 75% è nettamente inferiore a quella europea. Il restante 25%, che dopo un agosto simile solo al peggior periodo del 2011, è un valore notevole per l’allocazione in settori ciclici.

Come per l’Europa, anche nella allocazione americana si registra un rientro dell’oro al 10%, e un incremento nel settore obbligazionario al 20%. Qui variazioni di rilievo riguardano la diminuzione dell’allocazione nel comparto delle utilities e l’uscita dai settori industriali ed energetici (quest’ultimo per lo stesso motivo di quello europeo, evidentemente).

Ciò che salta all’occhio in questa allocazione, a mio modo di vedere, non è tanto quello che è cambiato, ma quello che non è cambiato. Infatti allocazioni nei settori tecnologico e farmaceutico rimangono invariati, con percentuali importanti, ovvero rispettivamente del 20% e 30%.

Come oramai accade da qualche anno, l’America dimostra molta piu forza rispetto all’Europa, anche in momenti di crisi. Lo si vede anche dal fatto che l’allocazione in settori difensivi, seppur al 75% è nettamente inferiore a quella europea. Il restante 25%, che dopo un agosto simile solo al peggior periodo del 2011, è un valore notevole per l’allocazione in settori ciclici.

Clicca qui per vedere i grafici delle asset allocation.

 

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