Il lento risveglio dell’Orso

Gli ultimi dati sulla bilancia commerciale statunitense relativi al mese di luglio hanno evidenziato un aumento del deficit a 50,1 miliardi di dollari rispetto ai 45,7 miliardi di dollari del mese di giugno. Nei primi sette mesi dell’anno il deficit americano è così salito di 22 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ovvero del 7%.

Dati che mettono in luce il fallimento dell’amministrazione Trump, negli ultimi mesi è stata tutta impostata a una riduzione di queste cifre, anche a costo di incrinare i rapporti diplomatici con alleati storici e rischiare di portare a un rallentamento economico globale che potrebbe ripercuotersi sugli Stati Uniti stessi nel medio periodo.

Senza poi contare che, in settimana è stato reso noto un incremento delle esportazioni verso gli Usa da parte di Cina ed Unione Europea, cresciute al ritmo più elevato dal 2015 e segnando nuovi top.

Perchè è accuduto tutto questo? “A compromettere gli sforzi dell’amministrazione di Washington – affermano da Wings Partners Sim – è stata la decisione di implementare politiche fiscali espansive e monetarie restrittive, che da un lato hanno incrementato i consumi interni e dell’altro hanno incentivato un rafforzamento del dollaro”.

Non solo. “È poi possibile – aggiungono da Wings Partners Sim – che un impulso alle importazioni sia stato determinato proprio dalla previsione di un incremento delle ordinazioni dall’estero da parte degli statunitensi in previsione di un incremento dei beni oggetto di dazio, ipotesi che trova una conferma nel dato relativo al Pil del secondo trimestre, che ha evidenziato una crescita del 4,2%, ma che potrebbe esser compensato da un risultato meno positivo nei periodi successivi”. In altri termini, in caso di un inasprimento del regime di dazi verso gli altri Paesi ci sarebbe il serio riscio di un declino della domanda che potrebbe anche sfociare in una recessione il prossimo anno.

Nel frattempo, almeno per ora, Wall Street accusa solo una modestissima discesa e il dollaro solo un’altrettanto modestissimo indebolimento. Che siano però i primi campanelli d’allarme?

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