La Gran Bretagna non sarà un nuovo paradiso fiscale

a cura di Paolo Besio, Partner di Bernoni Grant Thornton

“Con la Brexit le imprese si trovano in una situazione di grande incertezza, a quanto pare la Gran Bretagna non intende utilizzare schemi già disponibili e quindi l’assenza di regole chiare e confini determinati per almeno i prossimi 2 anni potrà creare scompiglio. È evidente che le imprese non possano vivere nel dubbio, per questo, anche accettando di convivere con un tax rate meno conveniente, preferiranno rivolgersi a Paesi dove ci sono regole certe piuttosto che agire nell’ignoto.

Sarà quindi difficile che, alla fine di questo processo, la Gran Bretagna possa diventare un paradiso fiscale, c’è l’ipotesi di far scendere la tassazione dal 20% al 17% entro il 2020 ma cosa succederà dopo non è ancora dato sapere. In ogni caso stiamo parlando di un livello ancora elevato rispetto ad altri paesi “concorrenti” come l’Irlanda.

La Premier dovrà certamente calcolare bene l’impatto sui conti, tutto dipenderà dalla loro capacità di attrarre investimenti, e oggi assistiamo al fenomeno opposto: l’incertezza sta favorendo l’allontanamento dei grandi gruppi e delle multinazionali. Le attività dell’OCSE dovrebbe aiutare a bilanciare questa situazione, così come sta facendo con il progetto BEPS per la fiscalità delle imprese multinazionali, stabilendo alcuni standard minimi cui gli Stati aderenti si sono impegnati a rispettare. Non potranno essere un sostituto delle regole comunitarie ma è comunque un supporto”.

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