Investimenti, facciamo il punto sulle valute

Pubblichiamo di seguito  il report settimanale di Ebury sul mercato valutario, “La sterlina perde terreno dopo gli accenni della BoE a un taglio dei tassi nel Regno Unito”.

La scorsa settimana è stata ricca di annunci importanti da parte delle banche centrali, con un paio di sorprese importanti.

L’annuncio forse più significativo è stato quello della Banca del Giappone, la quale ha deciso di alzare i tassi di interesse per la prima volta in diciassette anni, una mossa storica che ha posto fine al periodo di tassi negativi durato otto anni. Lo yen, tuttavia, è ancora in calo rispetto alle altre valute, poiché le comunicazioni della banca centrale sono state caratterizzate da un atteggiamento accomodante. Al contrario, la Banca nazionale svizzera ha scioccato gli investitori con un taglio dei tassi e lasciando intendere che potrebbe intervenire sul mercato valutario per indebolire il franco, che ha subito perso terreno.

Anche la sterlina ha faticato verso la fine della settimana a causa di ulteriori segnali di deflazione nel Regno Unito e di una svolta dovish da parte della Banca d’Inghilterra. Nel frattempo, il dollaro USA ha chiuso ancora una volta in cima alla classifica delle performance valutarie del G10, nonostante il FOMC abbia indicato di essere in procinto di tagliare il tasso dei fed funds per tre volte nel 2024.

Questa settimana si preannuncia un po’ più tranquilla per i mercati, anche se bisognerà prestare attenzione ai comunicati del Presidente della BCE Lagarde (martedì), ai dati sulla crescita britannica e statunitense (giovedì) e all’ultimo report sull’inflazione PCE degli Stati Uniti (venerdì).

EUR

Le ultime settimane sono state caratterizzate da un rinnovato senso di ottimismo nei confronti dell’economia dell’area dell’euro, che ha garantito un discreto sostegno alla moneta comune. Per la maggior parte, le notizie macroeconomiche nell’Eurozona sembrano aver cambiato direzione. I dati PMI sull’attività economica della scorsa settimana rimangono su livelli coerenti con la stagnazione, anche se sia l’indice relativo ai servizi che quello composito sono cresciuti a marzo rispetto al mese precedente, con quest’ultimo che ora si trova appena al di sotto del livello di riferimento di 50 e al massimo degli ultimi nove mesi.

Un buon indice per valutare questo miglioramento è l’Economic Surprise Index di Citigroup, che non solo è tornato in zona positiva per la prima volta da maggio, ma è anche superiore agli equivalenti degli Stati Uniti e del Regno Unito. Questa settimana non ci saranno dati economici importanti nell’area dell’euro, anche se i comunicati dei membri della BCE Lagarde e Lane saranno seguiti con attenzione dagli investitori.

USD

Il dollaro si è indebolito dopo la riunione della FED. Il FOMC ha sottolineato nella sua dichiarazione che sono necessarie ulteriori conferme sull’inflazione prima di poter abbassare i tassi, anche se ha inaspettatamente mantenuto la sua richiesta di tre riduzioni dei tassi quest’anno, dopo che gli operatori di mercato si erano preparati a un aggiornamento del dot plot del 2024 che ne indicava solo due.

Il movimento al ribasso del dollaro è stato tuttavia di breve durata. Ciò potrebbe forse essere attribuito allo spostamento verso l’alto delle proiezioni dei tassi di interesse a lungo termine della Fed, in particolare al in particolare nel 2025, dove si prevedono solo tre tagli invece di quattro. Anche l’atteggiamento accomodante di molte delle altre principali banche centrali del mondo, in particolare la BoE e la BNS, ha rafforzato l’attrattiva del dollaro, soprattutto alla luce degli elevati tassi nominali della Fed e della forte performance dell’economia statunitense. I dati sul PIL del quarto trimestre di giovedì non saranno rivisti, ma potremmo vedere un aumento della volatilità in concomitanza al dato sull’inflazione PCE di venerdì, la misura dell’inflazione statunitense più attentamente monitorata dalla Fed.

GBP

La settimana scorsa è stata piuttosto penalizzante per la sterlina. Il terreno era pronto per un intervento accomodante da parte della Banca d’Inghilterra prima della decisione sui tassi di giovedì, dopo che il rapporto sull’inflazione di febbraio non aveva rispettato le stime del mercato. Sia l’indice headline che quello core dell’inflazione sono usciti inferiori alle aspettative, con il primo che è sceso al livello più basso da settembre 2021 e il secondo da gennaio 2022.

La sterlina ha successivamente sofferto dopo la riunione della Bank of England. Non solo entrambi i membri hawkish hanno cambiato il loro voto a favore di “nessun cambiamento” (i mercati credevano che solo uno l’avrebbe fatto), ma c’è stata anche un’aggiunta a sorpresa nello statement, con la banca centrale che ha affermato che le cose “si stanno muovendo nella giusta direzione’. Ciò è una chiara indicazione del fatto che la BoE ritiene che i tagli non siano troppo lontani, con i mercati che ritengono la riunione di giugno come data di inizio dell’allentamento della politica monetaria.

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