La solida crescita favorisce le azioni

a cura di Pictet AM

A febbraio la solida crescita globale, l’aumento  delle pressioni inflazionistiche e le attese di una politica monetaria meno accomodante hanno favorito la sovra- performance delle azioni nei confronti delle obbligazioni. Anche l’oro ha guadagnato terreno.

Le azioni USA hanno offerto una delle performance migliori, registrando un rialzo di quasi il 4% nel corso del mese.  L’S & P 5 0 0 e il Dow Jones Index hanno tocca- to nuovi massimi, nella convinzione che la decisione di Trump di aumentare la spesa fiscale e ridurre le impo- ste societarie favorirà la crescita economica e creerà nuovi posti di lavoro.

Tali politiche dovrebbero inoltre sostenere il dollaro USA , che a febbraio è avanzato  rispetto  alle principali valute dei mercati  sviluppati, tra cui euro, sterlina, franco svizzero e dollaro canadese. In controtendenza invece lo yen giapponese, che è salito rispetto  al biglietto verde, così come le valute dei mercati  emergenti, che hanno guadagnato dall’1, 5 % (real brasiliano e rupia indiana) al 5 ,0 % (lira turca).

Utili societari  solidi su entrambe le sponde dell’Atlantico e indicatori anticipatori positivi hanno offerto un’ulteriore prova della ripresa economica in atto.

I mercati  obbligazionari hanno scontato una probabilità di circa il 50% di un nuovo rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve a marzo piuttosto che a giu- gno, come prevede  il nostro scenario di base.

Contrariamente a quanto  ci si potrebbe aspettare, al- cuni dei settori azionari più difensivi hanno offerto le performance migliori; tra questi hanno brillato sanità e beni di prima necessità. I titoli finanziari sono avanzati più o meno in linea con il mercato allargato, ma hanno ampliato i guadagni  realizzati negli scorsi mesi.

I settori legati alle commodity hanno offerto le performance peggiori e i titoli energetici si sono trovati in difficoltà in quanto  i prezzi del petrolio sono rimasti confinati in un range ristretto.

Asset Allocation

Le condizioni si confermano positive per le asset class più rischiose,  poiché l’attività economica acquista slancio, sia nei Paesi avanzati sia in quelli in via di sviluppo.

Nonostante il clima politico incerto sia negli U S A sia in Europa, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali francesi che potrebbero portare  alla vittoria della candidata antieuropeista del Fronte Nazionale Marine Le Pen, le prospettive per gli utili societari  si confermano robuste. I mercati  azionari sono sostenuti anche dalla prospettiva di un inasprimento graduale della politica monetaria della Fed – a nostro parere  oggi un rialzo dei tassi a marzo è meno probabile di un mese fa.

In tale contesto manteniamo il sovrappeso dell’allocazione azionaria. Abbiamo ridotto le obbligazioni alla neutralità mantenendo il sovrappeso del fixed income U S A , ma siamo sottoesposti  al credito investment grade dell’eurozona  a causa del rischio associato alle elezioni francesi  e dell’instabilità politica in Italia.

Gli indicatori del c icl o e c o n o m ico dipingono ancora  un quadro  globale positivo. I nostri indicatori di tendenza proprietari  si attestano ai livelli massimi da dicembre 2 01 3 , mentre  l’indice dei responsabili degli acquisti  ( P M I ) mondiale si trova su livelli che non si registravano da aprile 2 0 11 . Soprattutto, la ripresa dello slancio economico è av- venuta in modo sincronizzato: tutti gli indicatori anticipatori regionali hanno superato le medie triennali. Il dato più recente sulla produzione industriale mondiale mostra  un’accelerazione della crescita a un 2, 8 % annualizzato, al di sopra della media di lungo periodo dell’1 ,7 % .

Gli Stati Uniti si confermano l’economia migliore, caratterizzata da forti consumi  e da un rimbalzo degli investimenti. Tuttavia il tasso di espansione potrebbe aver già raggiunto il massimo e ci aspettiamo che l’inflazione core scenda dall’attuale 2, 3 % al 2 ,1% entro fine anno.

L’economia dell’eurozona  si espande a un buon ritmo malgrado  i continui rischi politici in vista delle elezioni in Francia,  Olanda e Germania.  La spesa al consumo resta  la prima fonte di crescita. Migliorano anche le condizioni del mercato del lavoro e la crescita manifatturiera. L’ultimo indicatore del sentiment della commissione europea suggerisce che la crescita della regione dovrebbe accelerare al 3% annualizzato.

L’indicatore anticipatore del Giappone è salito per il settimo  mese consecutivo mentre il PM I ha raggiunto il massimo in quattro  anni, sostenuto dall’incremento delle esportazioni. L’aumento delle esportazioni globali ha sostenuto anche lo slancio economico della Cina, dove i nostri indicatori anticipatori hanno toccato i massimi da dicembre 2 01 3 . La fuga di capitali dal Paese, che costi- tuiva un motivo di preoccupazione, sembra essersi  af fievolita dopo che le autorità  hanno intensificato i controlli sui flussi transfrontalieri e lo yuan si è stabilizzato  a seguito del rialzo dei tassi cinesi a breve. Anche altre economie emergenti sono sostenute dal miglioramento della domanda estera, nonché dall’aumento della liquidità globale in U S D .

La nostra  analisi della l iqui d i t à ci induce a mantenere un giudizio ottimistico sulle azioni. Negli ultimi mesi le condizioni di liquidità sono migliorate, grazie soprattutto a un’inversione positiva ne- gli U S A , dove la Fed ha rallentato il ritmo dell’inasprimento economico sui mercati  monetari. A testimonianza della maggiore disponibilità di finanziamenti in U S D a livello mondiale,  il costo di tali finanziamenti nei mercati  dei cross-currency basis swap è calato.  In tale contesto crediamo che la possibilità di un rialzo dei tassi negli U S A a marzo sia minore rispetto  a quanto  previsto dal mercato. Questo perché la Fed in passato ha gettato le basi per un rialzo dei tassi diminuendo in anticipo la liquidità del dollaro. Una fonte di preoccupazione è rappresentata dal rapido deterio- ramento dei prestiti bancari statunitensi, che stanno  subendo una contrazione per la prima volta in cinque anni.

I nostri indicatori di va l u t a z i o n e continuano a mostrare corsi azionari eccessivi,  soprattutto negli Stati Uniti, dove l’indice di riferimento S &P 5 0 0 ha guadagnato il 12 % dalle elezioni presi- denziali. La volatilità realizzata  dell’indice a 3 mesi ha toccato il minimo del 6 ,7 % in 21  mesi e tuttavia le azioni statunitensi  sono vicine ai livelli di valutazione più alti di sempre rispetto  alle contropar ti europee e giapponesi. Un altro parametro che riflette le valutazioni elevate statunitensi è la capitalizzazione del mercato azionario del Paese rispetto  al P IL – il parametro preferito di Warren Buf fet. Al 12 6 % il rapporto è solo di 9 punti percentuali al di sotto del massimo  storico.

Tuttavia le azioni potrebbero continuare a essere sostenute dalla crescita degli utili societari.  Nella stagione  di pubblicazione dei bilanci di quar to trimestre, le aziende  statunitensi ed europee hanno ripor tato una crescita del 6 -7 % degli EP S , il dato migliore in oltre due anni. Dopo quattro  trimestri di contrazione,  anche i margini di profitto hanno iniziato a registrare un rimbalzo e a nostro parere  la crescita degli EP S quest’anno potrebbe battere le aspettative di consensus per la prima volta dal 2 0 10 . In altri mercati  il debito euro- peo in valuta locale costituisce l’asset class più conveniente, mentre i Treasur y U S A si confermano meno onerosi della maggior par te dei titoli omologhi.

I segnali t e c n ici  indicano che le azioni potrebbero mettere a segno nuovi guadagni. Se il calo del prezzo delle opzioni utilizzate come assicurazione contro un ribasso del mercato indica che inizia a dif fondersi un’eccessiva fiducia, il nostro indice del sentiment nel complesso non punta  a una situazione di ipercomprato. I nostri indicatori tecnici mostrano invece, nell’insieme, un maggiore pessimismo circa le obbligazioni.

 

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