Fisco, in arrivo l’accordo tra Italia e Svizzera

Dopo due anni di attesa, si avvicina la firma dell’accordo fiscale tra Italia e Svizzera. Lo confermano “fonti di Governo” citate dall'agenzia stampa Ansa. Mancherebbero solo gli ultimi dettagli prima della sigla che dovrebbe avvenire già a inizio febbraio.

LA VOLUNTARY – In tempo utile, insomma, per rendere operativa la legge sulla “voluntary disclosure” che fissava come termine massimo il 2 marzo per siglare accordi fiscali coi vari paesi inseriti oggi nella “black list”. Passaggio non di poco conto perchè una volta considerati in regola e passati nella “white list”, questi paesi in virtù della nuova legge beneficiano di un trattamento fiscale più favorevole in materia di emersione dei capitali.  

CONTRO GLI EVASORI – L’accordo con la Svizzera è fondamentale, per la Confederazione, perché una volta uscita dalla lista nera le sue imprese, a cominciare dalle multinazionali e dalle istituzioni finanziarie, avrebbero più facilità nell’operare con l’Italia, ma anche per l’Italia che spera per questa via di recuperare ingenti risorse. Al centro lo scambio delle informazioni tra i due Paesi che probabilmente a partire dal 2018 sarà automatico e che fino ad allora potrà invece avvenire su richiesta delle autorità italiane, cui spetta l’onere di inseguire gli evasori.

I DEPOSITI D’ORO – Secondo alcune stime, infatti, spiega La Stampa, i depositi intestati ad italiani e aperti presso gli istituti bancari elvetici sarebbero circa 10 mila per un patrimonio complessivo pari a circa 130-150 miliardi di euro. Mentre gli svizzeri parlano di meno di 100 miliardi.  

IL RIENTRO DEI CAPITALI – In base alla legge sulla voluntary disclosure chi deciderà di far emergere i capitali esporti oltralpe avrà uno sconto sulle sanzioni amministrative ed i reati penali ma dovrà pagare per intero le tasse. Per i patrimoni leciti come le vecchie eredità, i patrimoni dei professionisti e gli utili societari sottratti al fisco italiano, in particolare, la sanzione prevede il pagamento delle imposte sui rendimenti per ogni anno di permanenza all’estero, oltre alle sanzioni e agli interessi per il ritardato pagamento e alle sanzioni per la mancata comunicazione sul quadro Rw della dichiarazione dei redditi. Chi vorrà, una volta emersi, potrà mantenere i capitali nei forzieri svizzeri, ma dovrà continuare a versare le tasse in Italia.

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