IL VARIABILE VA PER LA MAGGIORE – Non c'è niente da fare: è il variabile che continua ad andare per la maggiore. Questo è quanto emerge dall'osservatorio sul mercato dei mutui di MutuiOnline.it, broker e consulente multimarca indipendente dedicato ai mutui e ai prestiti personali, che confronta e distribuisce i prodotti tradizionali e online di oltre 40 tra le principali banche. In effetti, dati i bassi tassi di interesse fissati dalla Banca centrale europea, il tasso variabile – agganciato all'Euribor o, meglio ancora, alla Bce – garantisce rate di importo più ridotto rispetto a quelle che andrebbero versate con un mutuo a tasso fisso.
LA CIFRA RICHIESTA? 130MILA EURO – Secondo lo studio di MutuiOnline.it, le richieste di tasso fisso si attestano attorno al 24%, mentre il tasso variabile raccoglie il 59% delle preferenze. L'importo medio dei mutui erogati è pari a 128.284 euro. Per quanto riguarda la richiesta di mutui per classi di loan-to-value (ossia, il rapporto tra prestito e valore dell'immobile), il dato mostra che circa il 30% dei mutuatari richiede un finanziamento pari al 70-80% del costo dell’immobile. Insomma, fisso o variabile? Forse è meglio una via di mezzo, con formula "cap" o "switch", che comportano più costi rispetto al tasso variabile puro ma che possono proteggere in caso di improvvisa impennata dei tassi di interesse.