Montepaschi chiude il 2016 con un buco di 3,38 miliardi

Banca Mps ha chiuso il 2016 con una perdita netta di 3,38 mld euro, a fronte di un utile di 388 mln registrato nel 2015. La perdita include circa -2.592 milioni di euro di rettifiche di valore su crediti per l’aggiornamento delle metodologie e parametri delle policy di valutazione del credito deteriorato e componenti non operative per -411 milioni di euro. Inoltre, non sono state iscritte le Dta sulla perdita fiscale per un importo di 861 milioni di euro ed è stata operata una parziale svalutazione delle Dta relative alle perdite fiscali pregresse per -276 milioni.

Il margine di interesse, spiega una nota diffusa ieri, e’ di 2.021 mln (-10,5% a/a), il contributo del quarto trimestre 2016 è risultato pari a circa 503 milioni di euro (+4,0% t/t). Le commissioni nette sono di 1.839 milioni (+1,6% a/a), il contributo del quarto trimestre 2016 ammonta a circa 437 milioni di euro in calo del 5,3% t/t principalmente per la flessione dei proventi da collocamento prodotti. Il totale ricavi del Gruppo si è attestato a circa 4.256 milioni (-18,4% a/a). I dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni ammontano a circa 78 milioni di euro (rappresentati in prevalenza dal contributo di Axa-Mps). Il risultato netto da negoziazione/valutazione di attività finanziarie del 2016 è risultato pari a circa 415 milioni, gli oneri operativi sono pari a circa 2.621 milioni di euro, in riduzione dello 0,3% a/a ed in crescita del 6,3% t/t per la dinamica delle altre spese amministrative che sono state penalizzate dalla contabilizzazione di alcune componenti di costo legate all’operazione di ricapitalizzazione, non andata a buon fine. Le Rettifiche di valore nette per deterioramento crediti, attività finanziarie e altre operazioni pari a 4.501 milioni di euro, superiori di circa 2.508 milioni di euro a/a, per componenti non ricorrenti (2.592 milioni di euro) legate all’aggiornamento delle metodologie e dei parametri utilizzati nella valutazione dei crediti. In assenza di tali componenti, il totale rettifiche si sarebbe attestato a 1.909 milioni di euro. Le rettifiche di valore nette del quarto trimestre 2016 ammontano a circa 2.482 milioni di euro (+1.180 milioni di euro t/t) ed includono circa 1.842 milioni di euro di rettifiche legate alla variazione delle policy. Le imposte sul reddito dell’esercizio sono pari a circa -62 milioni di euro ed includono una parziale svalutazione delle DTA relative alle perdite fiscali pregresse per -276 milioni di euro a seguito del risultato del probability test. Il risultato operativo netto del Gruppo nel 2016 è risultato negativo per circa 2.866 milioni a fronte di un valore positivo di circa 594 milioni di euro registrato nell’anno precedente, su cui hanno positivamente inciso anche gli effetti del restatement dell’operazione c.d. “Alexandria”.

Gli impieghi verso la clientela si attestano a 107 miliardi di euro, in flessione di quasi 5 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015, la raccolta diretta e’ di 105 miliardi di euro, in calo di 14,7 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015, quella indiretta e’ di 98,2 miliardi di euro, in calo di circa 8 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015. Il Counterbalancing Capacity libera pari a circa 7 miliardi di euro, in peggioramento di circa 17 miliardi di euro rispetto ai valori registrati a dicembre 2015, in relazione alle tensioni sulla raccolta commerciale registrate nel corso dell’anno. I crediti deteriorati lordi sono pari a circa 45,8 miliardi di euro in flessione di 1,1 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015 soprattutto per il write-off parziale degli interessi moratori su posizioni in sofferenza e per la riduzione degli ingressi da bonis rispetto all’anno precedente.

L’aggregato è in lieve aumento di 0,2 miliardi di euro rispetto a settembre 2016. Lo stock di crediti deteriorati netti risulta in flessione di circa 4 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015 e di 2,2 miliardi di euro rispetto a settembre 2016 per effetto dei maggiori accantonamenti a seguito degli aggiornamenti delle metodologie e parametri valutativi delle policy del credito. Nello specifico la copertura delle inadempienze probabili è stata aumentata al 40,3% (29,2% al 31 dicembre 2015), e quella dei crediti in sofferenza al 64,8% (63,4% al 31 dicembre 2015). Il Common Equity Ratio su base transitional all’8,0% (12% a dicembre 2015) prevalentemente per effetto della perdita di periodo parzialmente compensato dalla riduzione delle attività ponderate per il rischio. L’esposizione dei crediti deteriorati lordi del Gruppo al 31 dicembre 2016 è risultata pari a 45,8 miliardi di euro (pari al 34,5% del totale dei crediti lordi), in flessione di -1,1 miliardi di euro rispetto a fine dicembre 2015. Al 31 dicembre 2016 l’esposizione netta in termini di crediti deteriorati del Gruppo si è attestata a 20,3 miliardi di euro (pari al 19,0% del totale crediti netti) registrando una flessione di circa 4 miliardi di euro da inizio anno. Al 31 dicembre 2016, la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 55,6%, in aumento di circa 716 bps rispetto al 31 dicembre 2015.

Il CET1 ammonta a circa 5.255 milioni di euro ed è in diminuzione di circa -3.248 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2015 principalmente per effetto della perdita di periodo. Il Tier1 ammonta a circa 5.255 milioni di euro ed è in calo di circa -3.846 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2015. Il Tier2 è pari a 1.462 milioni di euro ed è in diminuzione di circa -734 milioni di euro, rispetto al 31 dicembre 2015, principalmente per effetto dell’ammortamento regolamentare dei titoli subordinati previsto da Basilea 3. Complessivamente il livello di Total Capital è pari a 6.718 milioni di euro, in calo di -4.580 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2015. Gli RWA sono pari a 65.510 milioni di euro, in diminuzione di circa -5.319 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2015, soprattutto per la riduzione del rischio di credito e controparte dovuta al calo del portafoglio creditizio performing. Il Common Equity Tier1 ratio è pari all’8,0% ed è al di sotto della soglia SREP fissata al 31 dicembre 2016 al 10,75%.

La societa’ comunica che “l’elaborazione del piano di ristrutturazione è in corso, mantenendo, in continuità con il Piano Industriale 2016-2019, le principali linee strategiche focalizzate sulla riduzione del profilo di rischio della Banca”.

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