La spinta del private debt

A colloquio con Stefano Romiti, presidente e amministratore delegato di Antares.
Dottor Romiti, lei si occupa da oltre 20 anni di private equity e corporate finance. Il mercato italiano è sempre stato piuttosto asfittico e sottodimensionato. Quali sono le tendenze attuali?
“Dopo un drastico crollo della raccolta nel 2013, negli ultimi due anni il settore del private equity ha dato segnali di una buona ripresa. Infatti nel 2014 la raccolta è cresciuta del 116% e nel primo semestre 2015 del 206% rispetto al medesimo periodo del 2014. Con riferimento alle operazioni, secondo quanto riportato dall’Aifi, è cresciuto il numero di operazioni ma è rimasto sostanzialmente stabile l’ammontare investito. E’ anche cambiato l’approccio degli operatori che privilegia, rispetto al passato, aspetti di tipo industriale, rispetto a quelli puramente finanziari”.

Il private equity internazionale sta tornando in Italia, tanto che nel 2014 ha investito il 39% in più rispetto al 2013. Siamo percepiti più sicuri?
“Credo proprio di sì. Parlando con diversi operatori internazionali ho potuto constatare un ritrovato interesse nei confronti del nostro Paese. Sia gli investitori sia gli operatori stessi stanno piano piano tornando a farsi vedere. Bisogna però consolidare i segnali positivi che cominciano a farsi avanti e rimuovere tutti quei problemi di sistema che caratterizzano il nostro paese, certezza normativa e eccessiva burocrazia in testa”.

L’Italia è ancora fortemente ancorata al sistema bancario, che però oggi ha spazi di azione limitati. Vede una situazione diversa in chiave prospettica?
“La congiuntura macroeconomica di questi anni ha determinato una progressiva contrazione dei finanziamenti bancari alle imprese soprattutto a medio/lungo termine e della finanza strutturata a supporto degli investimenti. Le manovre finanziarie della Bce non necessariamente avranno ricadute rilevanti in termini di trasferimento di risorse verso le Pmi. Inoltre c’è ancora scarsità di canali consolidati di finanziamento alternativi al sistema bancario dedicati alle Pmi: le emissioni obbligazionarie rappresentano solo l’8% del totale dei debiti finanziari”.

Il mercato del private debt quindi sarà sempre più rilevante…

“Sono convinto che rappresenterà una fonte imprescindibile di reperimento delle fonti finanziarie destinate allo sviluppo per tutte le imprese, e specialmente per le Pmi. E’ un mercato che è partito e che si sta consolidando con l’ingresso di operatori indipendenti. La raccolta resta un tema centrale per questi operatori, in quanto gli investitori istituzionali (assicurazioni, fondi pensione e casse di previdenza) fanno ancora fatica a investire in questa asset class. Il mercato potenziale è stimato da Cerved in 35mila imprese che però dovranno imparare a strutturarsi con l’ingresso di risorse umane qualificate che consentano un monitoraggio e una programmazione, non solo a livello produttivo e commerciale, ma anche in termini di reporting contabile, gestionale e finanziario”.

Lei ha in portafoglio Chili Tv: come sta andando?
“Chili è un operatore attivo nel settore dell’home entertainment attraverso la distribuzione, in ogni momento e su qualsiasi dispositivo smart, di film. Dispone della più ampia gamma ad oggi presente sul mercato di film a noleggio e in vendita, nonché delle prime visioni. Il 2015 è iniziato con l’apertura in Polonia a febbraio, poche settimane dopo in Austria e successivamente in Germania e Regno Unito. La società stima di raggiungere a fine anno una customer base di circa 600mila clienti, con una crescita del 49% rispetto allo scorso anno”.

Qualche notizia su di lei?
“Sono nato a Roma, ho 58 anni. Vivo a Milano da 18. Ho tre splendide figlie, Maria Chiara 17 anni, Elena e Camilla di 14 di cui occupo in prima persona dopa la scomparsa di mia moglie Sonia, 8 anni fa. Ora ho una magnifica compagna da cinque anni che mi aiuta e mi consiglia in questo difficile mestiere di genitore multiruolo”.

Come passa il suo tempo libero?
“Sono istruttore subacqueo e appassionato di mare e. Mi piace leggere e viaggiare, quando posso, e sono appassionato di fotografia e colleziono francobolli. Calcisticamente parlando, mi è rimasta la folle passione per la Roma che mi ha trasmesso mio padre e che ho a mia volta trasmesso alle mie figlie. Quando posso vado a vederla e trascino anche loro”.

E la sua indole?
“Mi dicono che ho un brutto carattere e forse è vero. Sono testardo, questo sì, e non mi tiro indietro se la vita mi pone davanti a nuove sfide”.

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