Ubi Banca: il 2011 Si conclude senza ansie

Il direttore generale di Ubi Banca Private Investment Cesare Colombi riceve le domande di BLUERATING e risponde per iscritto. A un certo punto, digita: “riusciamo a trasformare questo difficile contesto in un momento di opportunità di ulteriore sviluppo del rapporto”. Sottinteso: con il cliente. In effetti, il contesto è quello che è.

Nel vostro caso specifico, quale è la caratteristica principale della rete?

La caratteristica principale è quella di far parte di una banca specializzata nel supportare l’offerta fuori sede, con due aree di business quali l’area promozione finanziaria e l’area private banking. Questo determina la disponibilità di ogni tipo di prodotto, dal più semplice prodotto bancario di raccolta – conti correnti, monetica, pronti contro termine – e impiego – mutui, affidamenti, prestiti – al più sofisticato prodotto di risparmio gestito. L’attività viene supportata da 26 sportelli propri e da sinergie con gli sportelli del gruppo e delle società specializzate appartenenti al gruppo bancario.

Il vostro 2011 come si sta chiudendo? Lei ci può dare qualche indicazione?

Il 2011 si chiude con buoni risultati quantitativi ed economici, sia per la nostra banca che per la nostra rete. La possibilità di offrire alla nostra clientela ogni tipo di prodotto e investimento, anche nei momenti difficili, ha garantito la salvaguardia del loro portafoglio. Negli anni precedenti avevamo avviato una serie di razionalizzazioni e investimenti volti a migliorare l’operatività e a produrre effetti positivi e di aumentata efficienza nel medio periodo. A questo punto, riteniamo di essere pronti ad affrontare il prossimo anno con un buon vantaggio competitivo rispetto al mercato.

Voi avete rivisto le vostre strategie dopo questi mesi complicatissimi?

Nei primi mesi avevamo raccolto risultati molto positivi e abbiamo quindi affrontato la seconda parte dell’anno senza ansia di recupero e contando sul buon lavoro svolto. Abbiamo quindi notato che la nostra rete ha attuato un alleggerimento delle posizioni di portafoglio più aggressive, preferendo prodotti obbligazionari e di liquidità. Sono stati anche molto utilizzati i nostri prodotti di deposito.

Il periodo è di quelli che di certo si ricorderanno a lungo. Entrerà nei libri di storia dell’economia e della finanza. Considerato il quadro, voi che cosa state dicendo ai vostri promotori?

Noi da sempre ci definiamo internamente una “banca di libertà”, senza vincoli di budget o indirizzi autoritari. Abbiamo quindi effettuato incontri sul territorio, facendoci affiancare da società specializzate, per dire alla nostra rete che in momenti difficili come questo è importante “pensare solo al bene del cliente”, ascoltandolo e incontrandolo ancor più frequentemente. La nostra capogruppo ha quindi verificato, tramite il “Progetto ascolto”, i riscontri della clientela. E abbiamo riscontrato un comportamento molto positivo da parte della nostra rete, apprezzato dalla clientela.

A proposito di clientela. Lo abbiamo chiesto ai numeri uno delle altre reti italiane e lo domandiamo anche a lei: che cosa vi sentite chiedere più spesso dai vostri clienti e cosa state rispondendo loro?

Le domande iniziali dei clienti sono quelle tipiche del risparmiatore estremamente preoccupato dalle notizie che gli giungono dall’esterno e che quindi teme di aver perso gran parte del suo capitale. Devo però dire che grazie all’estrema diversificazione dei nostri portafogli e alla professionalità della nostra rete, dopo aver mediamente verificato che le eventuali perdite non sono poi così consistenti riusciamo a trasformare questo difficile contesto in un momento di opportunità di ulteriore sviluppo del rapporto.

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