Promotori, Jackfly: la balia asciutta

Un collega promotore mi racconta una storia divertente, che vi trasmetto così come me l’ha detta.
“Anche se sono abbastanza cresciutello e lavoro a ottimi livelli, la mia banca ha deciso che potevo aver bisogno di una balia asciutta”.

“Di un manager, vorrai dire”.

“No, no. Anch’io pensavo a un manager, ma in realtà, quello che mi hanno fatto conoscere è proprio una balia asciutta. Ti spiego.

“La prima cosa che ha fatto è togliermi dal mio ufficio e mettermi in un open-space, ‘con i migliori promotori finanziari dell’area’. Insomma è come passare dalla mamma all’asilo nido. Prima me ne stavo tranquillo, ora sono in mezzo al casino più totale.

“Poi ha deciso che dovevamo fare qualche trattativa insieme. Sai, lavoro da vent’anni, ma posso ancora imparare qualcosa da un pivello. E poi, fa parte dei compiti della balia insegnarti a fare i conticini, gestire le obiezioni, stringere la mano,  e a dire ‘buongiorno signora’ con educazione.

“Quindi, mi ha iscritto a tutti i corsi di vendita al mondo, che ora mi tocca lavorare solo sulle piazze asiatiche perché di giorno sono sempre impegnato. Però, se devo passare l’anno prossimo in prima elementare, dovrò pure prepararmi a dovere, no?

“Ah, l’ultima cosa. Mi ha detto che dovrei dimagrire perché non mi presento bene.

“Be’, prima che decida anche che mia moglie non gli va a genio e che dovrei smetterla di guardare il calcio per darmi al cricket, sarà meglio che parli alla direzione.” Accidenti, collega. Te n’è capitato uno tosto, tipo signorina Rottenmeier. Vabbè che prima la filosofia delle banche era “Lavora sennò ti frusto”, ma dallo schiavismo alla nursery, possibile che non ci sia una via di mezzo?

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