LA DISTINZIONE TRA PROMOTORI E CONSULENTI – “L’oggetto di questa conversazione riguarda i limiti posti dal legislatore all’attività svolta dai promotori finanziari con riguardo all’attività di promozione e offerta fuori sede come attività distinta dalla consulenza e, ancor più, dalla gestione di servizi finanziari”. Con queste parole iniziava il testo, risalente a una decina di anni fa circa, redatto da Carla Rabitti Bedogni (a sinistra, in una foto recente) in qualità di docente straordinario di diritto dei mercati finanziari presso l’Università di Roma La Sapienza. Il titolo del contributo – otto pagine dense di richiami alla legge nazionale e comunitaria e alle indicazioni della Consob, di cui Rabitti Bedogni (avvocato cassazionista e autrice di diverse pubblicazioni, alcune dedicate alla professione di promotore finanziario) è stata prima donna commissario dal 2002 al 2007 (qui la notizia precedente) – era appunto “La consulenza finanziaria”.
PROMOZIONE E COLLOCAMENTO – “È necessario, in primo luogo, individuare ‘l’oggetto’ dell’attività di consulenza distinguendo la consulenza ‘libera’ da quella disciplinata dalla legislazione speciale primaria o secondaria”, continuava la docente che, secondo quanto risulta a BLUERATING, ha concrete possibilità di diventare il prossimo presidente di Apf (qui la notizia). “Si tratterà poi di verificare se vi sia un tipo di consulenza che possa costituire oggetto di attività dei promotori finanziari e, nel caso positivo, quali modalità debbano essere osservate da questi. Infine, si cercherà di individuare il confine che separa l’attività di consulenza dall’attività di gestione di portafogli di investimento”.
IL PROMOTORE-CONSULENTE – “In conclusione, “deve ritenersi consentita al promotore finanziario la ‘consulenza-illustrazione’”, che si concretizza sia nell’illustrazione del singolo strumento o servizio offerto dall’intermediario sia nella comparazione tra i diversi strumenti finanziari offerti dal soggetto autorizzato, allo scopo di “consentire all’investitore di comprendere meglio quali tra le proposte e le offerte risulti la più idonea ai suoi bisogni e/o alle sue aspettative. In questo senso, essa non solo è da ritenersi lecita ma anche opportuna”.
UNA LUNGA CARRIERA – In sostanza, alla luce della sua lunga e corposa carriera, in anticipo di una decina d’anni circa, Carla Rabitti Bedogni (a destra, in una foto di qualche anno fa) interveniva su un tema che oggi più che mai si sta facendo bollente: può un promotore definirsi consulente? E non è forse il caso – come insiste l’Anasf – che i promotori finanziari cambino definitivamente il loro nome in consulenti finanziari? È anche questa evoluzione, di sostanza prima ancora che di forma, che si troverà a gestire il prossimo presidente di Apf. Dopo aver tenuto la docenza all’ateneo La Sapienza, il ruolo di consigliere di amministrazione di società di gestione del risparmio (una per tutte, Fideuram Fondi), quello di prima donna commissario della Consob e quello di componente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, prima donna anche in questo caso (la fonte è l’archivio del Corriere della Sera, n.d.r.), ora Carla Rabitti Bedogni starebbe preparando la sua uscita dall’Antitrust per raccogliere appunto il nuovo incarico presso l’Apf. Peraltro, in caso di dimissioni da componente del collegio dell’Autorità, non occorrerebbe nominare un suo sostituto, dato che la legge ha ridotto a tre il numero di componenti necessario, presidente incluso.