Assogestioni, i punti critici del nuovo regolamento

L’INTERVENTO AL SENATOFabio Galli, direttore generale di Assogestioni , ha tenuto un intervento presso la sesta Commissione (Finanze e Tesoro) del Senato in merito alla proposta di regolamento in materia di fondi comuni monetari. Secondo Galli, la proposta presentata dalla Commissione europea lo scorso settembre nell’ambito delle iniziative comunitarie in materia di shadow banking mostra “alcuni elementi di criticità che, se non subiranno interventi correttivi, potrebbero avere effetti negativi sulla sostenibilità economica dell’offerta di fondi monetari e generare inefficienze gestionali”. Il d.g. di Assogestioni ritiene dunque fondamentale assicurare che la nuova regolamentazione europea dei fondi comuni monetari risponda a criteri di razionalità, proporzionalità ed efficacia, avendo però riguardo della finalità, delle prassi di gestione e dei profili di economicità di questi strumenti. Nel corso del suo intervento, Galli ha illustrato nel dettaglio i punti critici della proposta della Commissione europea e suggerito alcuni interventi correttivi che potrebbero essere effettuati nell’ambito della procedura legislativa comunitaria attualmente in corso.

ELEMENTI CRITICI
– In particolare, Assogestioni ricorda che tra gli elementi di criticità della proposta di regolamento figurano “la previsione di un’articolata procedura interna per la valutazione del rischio di credito, l’obbligo di dotarsi di una sofisticata ‘know your customer’ policy e quello di svolgere specifiche prove di stress”. Disposizioni che potrebbero privare le società di gestione “dei necessari ambiti di discrezionalità organizzativa e gestionale” con conseguenti effetti negativi sulla sostenibilità economica dell’offerta di fondi monetari. Non solo. Galli ha anche invitato a una riflessione maggiore in tema di “disciplina dell’attività di investimento”.

DISPOSIZIONI TROPPO RESTRITTIVE
– “Le restrizioni sulle caratteristiche delle operazioni di pronti contro termine ammissibili, i limiti all’investimento in veicoli di cartolarizzazione dei crediti verso le imprese, il divieto di investire in fondi e quello di indebitarsi, neppure su base temporanea, costituiscono serie limitazioni alla flessibilità della gestione”, ha precisato Fabio Galli. “Dal punto di vista prudenziale queste disposizioni appaiono eccessivamente restrittive e rischiano di generare inefficienze gestionali che si tradurrebbero in aumenti di costo e in taluni casi, paradossalmente, in una riduzione del grado di liquidità dei fondi monetari”.

INTERVENTI PRECISI – Per questi motivi, conclude Assogestioni, sarà necessario intervenire in maniera precisa sulla futura regolamentazione europea di questi strumenti, una regolamentazione che “rappresenta sicuramente un importante salto di qualità ma che potrebbe incidere negativamente sullo sviluppo dei fondi comuni monetari che oggi vantano un patrimonio di circa 30 miliardi di euro e che sono chiamati a svolgere un ruolo di maggior rilievo nel finanziamento delle tesorerie dei vari attori del sistema economico”.

IL TESTO DELL’INTERVENTOQui il testo completo dell’intervento di Fabio Galli presso la sesta Commissione (Finanze e Tesoro) del Senato della Repubblica.

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