Risparmio in crisi? Vietato arrendersi

Il mondo, negli ultimi anni, è cambiato davvero. Così anche il fondo di investimento da strumento per guadagnare è diventato un piccolo rifugio, una baia dove far passare la tempesta. Senza illusioni. Il risparmiatore ormai è consapevole che dall’industria del risparmio gestito è difficile tirar fuori le soddisfazioni di una volta. Così tante aspettative si sono infrante sugli scogli di performance negative. Sì, molti prodotti hanno fatto la fortuna degli investitori, ma la famiglia italiana è lontana da certe occasioni e ormai si conta le ferite finanziarie. Una situazione fotografata bene da un rapporto Eurisko-Prometeia secondo cui, così come per le banche, anche nel comparto del risparmio gestito “i giudizi del consumatore finanziario sono ormai netti e implacabili e toccano tutti gli ambiti di offerta evidenziando attese fortemente disilluse. L’investimento in risparmio gestito risulta oggi, per il cliente, non adeguato alle aspettative sia in termini di capacità di coprire le esigenze del titolare nel breve, medio e lungo periodo, che in termini di sicurezza e rapporto rischiorendimento.

A questi aspetti si somma l’ambito delle informazioni al cliente, che nei momenti di difficoltà e incertezza divengono un valido strumento per mitigare le ansie del cliente, ma che dalle valutazioni raccolte risultano in questo periodo insufficienti a costituire un elemento di rassicurazione. Conseguenza di questo quadro è l’aggravarsi della percezione di un rapporto sbilanciato in negativo in termini di value for money, in cui il valore è fortemente messo in discussione da parte del cliente mentre il tema dei costi si fa maggiormente sentire”. Il quadro dipinto da Eurisko-Prometeia sembrerebbe lasciare poco spazio al bel tempo. Ma certo non ci si può arrendere. E molto dipende dall’industria del risparmio gestito, dal tipo di risposta che saprà dare a questa situazione.

Proprio il quadro delineato nel rapporto evidenzia anzi quanto sia fondamentale che l’industria riassuma un ruolo attivo da protagonista nel contesto italiano, e che ribadisca la validità di questo comparto e delle sue soluzioni di investimento per un mercato oggi alla ricerca di supporti e di progetti che questa “industry” può certamente soddisfare. E allora, se il mondo intorno è cambiato deve cambiare anche la consulenza. L’alta qualificazione può soddisfare un segmento di mercato esigente e sofisticato (e per niente marginale, visto che riguarda circa un terzo degli investitori) ma lascia fuori le famiglie e per cui “non sembra corrispondere alla realtà vissuta dall’investitore”, scrive Eurisko- Prometeia. C’è quindi sicuramente moltissimo spazio per una consulenza che si sappia calare nella quotidianità delle problematiche del cliente, che sappia tenere conto dei repentini cambiamenti dei mercati e di scenario, anche legislativo e fiscale, che si dimostri concreta e un valido aiuto per la famiglia in un tempo di crisi come quello attuale.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: