Mercati emergenti, l’avanzamento del ciclo globale ne aumenta l’attrattiva

Di Patrick Zweifel, Chief Economist di Pictet AM

Le economie emergenti probabilmente supereranno quelle sviluppate dopo quasi sei anni di sottoperformance, nel quadro di un profondo cambiamento delle dinamiche del ciclo economico. Gli investimenti dovrebbero sostituire i consumi come principale motore della crescita; i Paesi in via di sviluppo dovrebbero quindi trarre vantaggio dall’aumento degli scambi commerciali derivante da una maggiore spesa in conto capitale.

Dopo uno stallo durato 5 anni, nel 2017 la crescita dei consumi globali ha evidenziato un rimbalzo e presenta ora una deviazione standard dello 0,9 sopra la media di lungo periodo. Al contempo, il sentiment dei consumatori è ai massimi degli ultimi 25 anni; non c’è quindi molto margine per un’ulteriore espansione economica globale trainata dalla spesa al consumo.

Tuttavia, se il ciclo dei consumi è prossimo al picco, quello degli investimenti è ancora in fase iniziale. Dopo aver toccato i minimi nei primi tre mesi del 2016, ha iniziato a risalire nel terzo trimestre, e, a metà 2017, avanzava del 3,3% annuo. Inoltre, i dati emersi dai sondaggi indicano un’ulteriore accelerazione degli investimenti, poiché la capacità esistente viene assorbita e la redditività aziendale aumenta.

La crescita degli investimenti va di pari passo con quella delle esportazioni. Negli ultimi sei anni l’aumento delle esportazioni reali è rimasto al di sotto della media a lungo termine. Tuttavia, dopo aver raggiunto i minimi a ottobre 2016, le esportazioni sono di nuovo in fase di miglioramento. Tale sviluppo è dovuto anche al fatto che gli investimenti favoriscono il commercio; i macchinari costosi infatti vengono solitamente reperiti sul mercato internazionale.

Il ciclo attuale è molto simile a quelli del 1993, del 1999 e del 2002. Se tali cicli rappresentano un precedente, il commercio globale probabilmente migliorerà nei prossimi cinque trimestri, raggiungendo un tasso di crescita annuale massimo dell’11% circa rispetto al livello attuale, appena superiore al 4%.

Il commercio, a sua volta, tende a sostenere l’attività economica globale. E poiché sono più sensibili al commercio rispetto a quelli avanzati (secondo i nostri modelli, un incremento dell’1% nei flussi internazionali fa aumentare la produzione nei Paesi emergenti dello 0,26% e solo dello 0,14% nei Paesi sviluppati), i mercati emergenti dovrebbero beneficiare in misura maggiore di tale rimbalzo.

Tale scenario ha importanti conseguenze per i mercati finanziari. In primo luogo, le divise emergenti dovrebbero continuare a rafforzarsi rispetto al dollaro USA. In secondo luogo, i Prezzi/Valori di libro dell’azionario emergente dovrebbero aumentare rispetto a quelli dei titoli delle piazze avanzate. Infine, i titoli value dei Paesi in via sviluppo dovrebbero superare i titoli growth emergenti, dopo aver sottoperformato dal 2011.

Il ciclo economico globale potrebbe avanzare ancora e non c’è ragione di temere un imminente esaurimento; i primi beneficiari sarebbero gli investitori ben posizionati sui mercati emergenti.

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