S&P 500 all’assalto della resistenza a 3.000 punti

Dopo la chiusura europea, Wall Street ha continuato a macinare terreno, mostrando solo un modesto scarto al giungere della notizia dell’approvazione, al Senato, di una legge che impone alle aziende estere quotate in Usa di dimostrare di non essere proprietà o sotto il controllo di un governo estero. La legge, che prevede anche il delisting delle aziende che non danno la possibilità di ispezionare i bilanci di tre anni, sembra fatta apposta per danneggiare i titoli cinesi quotati a Wall Street. Ma l’effetto è rimasto confinato a una manciata di nomi (AliBaba, Baidu ed altre), mentre gli indici lo hanno rapidamente assorbito.

Ormai l’S&P 500 sembra avere nel mirino la quota psicologica di 3.000 punti, dove passa la media mobile a 200 giorni. Opinione generale è che, al superamento di questo livello, i fondi CTA, la cui esposizione è rimasta sui livelli assai bassi, saranno costretti a rientrare in massa. Ma il mercato ha in mente questo è sembra probabile che questo potenziale trigger verrà fatto scattare, con conseguenze tutte da dimostrare.

E’ peraltro vero che il positioning è un driver importante, insieme alla liquidità, di questo movimento. Non a caso a muoversi negli ultimi giorni sono i settori meno partecipati, come auto, banche, energy small caps. Non che i tech e il Nasdaq soffrano granchè, peraltro. Ecco un caso in cui il posizionamento e il sentiment non stanno minimamente ostacolando un movimento: il settore tech e in generale i titoli growth sono indicati come il trade più affollato nella Survey dei Fund Managers di Merril Lynch, con un 40% di net long, ai massimi storici, per il primo, senza che questo abbia minimamente fermato la performance relativa, a sua volta ai massimi storici.

Va rilevato però, che dopo due mesi di rally, il posizionamento generale non è più così monoliticamente corto. Se gli investitori istituzionali sono sicuramente ancora scettici e scarichi di azionario (ne hanno donde) alcune frange di investitori retail sembrano avere tutt’altra idea, e in generale la ricerca di hedging contro il ribasso è alquanto diminuita. Infatti il Put/Call ratio ieri è tornato sui minimi segnati a febbraio, sotto 0.5. Anche molte case di investimento che qualche settimana fa davano per scontati nuovi minimi, ora promuovono atteggiamenti molto più costruttivi.
Diciamo che la metamorfosi del sentiment, legata al recupero dei prezzi, si è decisamente innescata.

A cura di Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr

 

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