Elezioni Uk, sterlina a picco

Lo spettro di una grande coalizione nel Regno Unito affossa la sterlina, ai minimi da un anno, e pesa sul Ftse100, che resta in territorio negativo. I  conservatori risultano il primo partito senza maggioranza assoluta, con 291 seggi, seguiti a poca distanza dai laburisti (251 seggi) e dai Democratici Liberali (51 seggi).

Il leader David Cameron dovrebbe essere il nuovo premier con un governo di minoranza o di coalizione. Secondo le convenzioni costituzionali, in assenza di una maggioranza assoluta (a fronte del cosiddetto parlamento ‘appeso’), spetta al primo ministro in carica, in questo caso Gordon Brown, il diritto al primo tentativo di formare il governo.

Immediata la reazione della moneta britannica, scesa a 1,46 nei confronti del dollaro, mentre prosegue al ribasso il Ftse100 (-1,4%), dopo una caduta in apertura di 130 basis point, la più acuta da inizio anno. Certo, la chiusura delle borse americane ha influito sull’indice britannico, ma la prospettiva di un governo di larga coalizione rappresenta un forte deterrente per i mercati. I quali, soprattutto nel mondo anglossassone, sono in genere più propensi a “festeggiare” le vittorie dei conservatori (in vista di futuri tagli fiscali per le imprese) che non quelle dei partiti di centro-sinistra. Il nuovo governo dovrà mettere mano ai conti pubblici, a fronte di un deficit che secondo le stime della Commissione Europea quest’anno raggiungerà il 12% del Pil. Un cavallo di battaglia dei Tory, che durante la campagna elettorale avevano annunciato misure drastiche di taglio alla spesa pubblica e che ora dovranno vedersela con la posizione dei Labour, più propensi a mantenere gli stimoli fiscali all’economia per evitare un “double dip” della crisi.

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