La Grecia sempre in primo piano

La settimana di contrattazioni sul mercato valutario inizia con i soliti timori riguardo la situazione greca. Durante il fine settimana, nonostante il Governo greco abbiamo deciso il taglio di 30.000 posti di dipendenti statali (oggi il passaggio parlamentare), sono emerse ancora più chiaramente le difficoltà a raggiungere gli obiettivi di bilancio fissati nell’accordo di salvataggio. E quindi la situazione risulta ancora più ingarbugliata in quanto se da un lato gli sforzi per una correzione del deficit statale devono continuare (e questo taglio di spese sugli stipendi garantirà circa 8 miliardi di euro), dall’altro il malcontento della popolazione è in costante aumento.

Il bilancio 2011-2012, che in una prima versione mostrava un dificit del 7.6%, probabilmente terminerà con un disavanzo più prossimo all’8.5% con il PIL in diminuzione del 5.5% ed un rapporto deficit/PIL del 6.8%. Purtroppo, lo sguardo verso l’anno prossimo non mostra nulla di positivo: la Grecia dovrebbe avere una crescita negativa di circa il 2% (nella fase di salvataggio si era ipotizzata invece una crescita positiva). E’ chiaro come la permanente crisi economica globale non consenta di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Sulla situazione dell’economia europea è intervenuto anche il primo ministro inglese Cameron, che ha ribadito come la situazione di eurolandia non è fine a se stessa ma può interessare sia l’economia britannica che mondiale. È per questo motivo che è necessario adottare tutti i provvedimenti atti a difendere in primis il sistema bancario europeo ed a ridurre i deficit di bilancio statale.
La settimana che si apre oggi mostra anche un buon numero di notizie macroeconomiche provenienti sia dall’area euro che dall’area dollaro: si parte oggi con l’ISM manifatturiero americano (visto in leggera discesa), passando domani per il PPI europeo che secondo il consensus dovrebbe attestarsi attorno al 5.8% dal precedente 6.1%.

Mercoledì sarà rilasciato il dato sulle vendite al dettaglio di eurolandia (anch’esse viste in peggioramento rispetto alla rilevazione precedente), giovedì ci sarà da decisione della BCE sui tassi di interesse (è probabile che i tassi non vengano toccati nonostante negli ultimi giorni della scorsa settimana si sia ipotizzato un taglio). Finiamo venerdì con i Non-farm Payrolls americani, che dovrebbero attestarsi attorno alle 50.000 unità.

Passando all’analisi tecnica, EurUsd è sceso nelle prime ore di contrattazione fino ad un minimo di 1.3312: in quell’area passa un supporto dinamico che collega gli ultimi 3 minimi relativi sul grafico a 4 ore. La tenuta di tale livello consentirebbe un rimbalzo dell’euro fino a 1.3500. La continuazione del trende discendente, invece, ha degli obiettivi decisamente più ambiziosi in quanto il successivo livello di supporto è posto tra 1.3060 e 1.2870.

UsdJpy ha evidenziato nel corso degli ultimi giorni una serie di minimi crescenti all’interno di un intervallo di prezzi piuttosto ridotto (meno di una figura): la violazione confermata di 77.00 potrebbe consentire un rimbalzo fino 77.80-78.40. Un ritorno sotto 77.00 troverebbe supporto in area 76.00. Con UsdJpy pressoché stabile, EurJpy non può che ricalcare i movimenti di EurUsd: troviamo quindi un euro in discesa con obiettivo 102. In caso di ulteriore rafforzamento dello yen è difficile ipotizzare i successivi livelli di supporto. Una inversione del trend, invece, potrebbe spingere il cambio fino a 105.00.

Anche il cable è in una fase ribassista: la mancata rottura al rialzo di area 1.5750 ha provocato una discesa fino ai minimi di oggi vicino 1.5500: la continuazione del rafforzamento del dollaro potrebbe proseguire fino all’importante supporto posto a 1.5350. In maniera speculare all’EurUsd, UsdChf continua a crescere e si trova in prossimità del primo livello di resistenza posto a 0.9175: in caso continuasse la forza del dollaro si potrebbe arrivare fino a 0.9350. Uno storno, invece, potrebbe riportare il cambio sulla media mobile esponenziale a 21 periodi (area 0.8800).

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