In Gran Bretagna banche al fallimento!

Ogni giorno ci svegliamo e abbiamo la sensazione che non ci sia fine al peggio. Ieri è stata la giornata del crollo in borsa della Royal Bank of Scotland, che ha annunciato perdite per 28 mila miliardi di sterline, e il titolo è crollato del 67%, finendo a 11.6 pence, un livello che è ormai prossimo allo zero, ovvero banca al fallimento. Il Governo ha in pratica offerto di acquisire con le azioni privilegiate, quelle ordinarie, passando così dal 58% al 70% ma non si esclude una nazionalizzazione completa. Altri titoli bancari, compreso Barclays e Lloyds hanno ceduto rispettivamente il 10 e il 34% finendo anch’esse sotto l’occhio del ciclone.
La Bank of England ha annunciato un piano da 100 miliardi di sterline da aggiungere ai 250 miliardi già stanziati ad ottobre per salvare il sistema. Ma non si vede la fine della crisi. La sterlina è crollata nuovamente e non da segni di ripresa. Tutto può ancora succedere anche se siamo su livelli che tra qualche mese molti rimpiangeranno, ma forse nel frattempo è meglio stare alla finestra e non cercare di anticipare la ripresa.

Il crollo è giunto inatteso, e la valuta britannica, già ai minimi storici contro Yen, si ritrova ad avvicinare i minimi storici visti contro dollaro a 1.3700.
Il quadro tecnico punta ancora al ribasso, come è evidente da grafico, e sembrerebbe puntare a breve a 1,4200 e 1,4000, soglia psicologica, oltre la quale ci potrebbe essere il baratro. Vedremo, la voglia di acquistare sterline solo perché è bassa può essere ancora un’arma a doppio taglio anche se in prospettiva questi livelli sembrano eccellenti nel medio e lungo termine. Ma è presto, aspettiamo.


Intanto anche l’Euro non è che se la passi benissimo, il dollaro e lo Yen infatti lo stanno piano piano schiacciando verso i supporti chiave e la tendenza sembra essere quella di qualche settimana orsono quando l’Euro toccò i minimi in area 1.2325.
La caratteristica di bene rifugio fa si che il dollaro resti ancora appetibile in questa fase in cui l’Europa mostra segnali di debolezza che non sono recepiti dalla Bce e dal livello dei tassi mentre negli Stati Uniti è il giorno dell’insediamento di Obama, l’uomo della speranza secondo molti.

Anche in questo caso la tendenza resta negativa e i doppi minimi di qualche tempo fa non sono lontani. Fino a che non vedremo divergenze rialziste, il mercato dovrebbe continuare e proseguire nella direzione attuale.
Yen , dollaro e franco svizzero dovrebbero farla da padrona.
Sterlina, dollaro neozelandese, dollaro australiano ed Euro dovrebbero continuare invece ad avere la peggio.

Nel breve termine l’eurusd potrebbe scendere in area 1.2970 e quindi anche 1.2850 mentre il UsdChf dovrebbe salire in area 1.1450. UsdJpy a rischio intervento tra 90 e 91 mentre il cable ha raggiunto già 1.4140 nella notte rimbalzando ora a 1.4250. EurChf verso 1.4900 mentre l’EurYen rimane a rischio rottura supporti posti 117,00 e 116,25. EurGbp in tensione rialzista con possibilità di test delle resistenze a 0.9180 mentre EurNzd ed EurAud navigano ancora sui massimi.
 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!