Il video di Mazzotta descrive i successi ottenuti: dal risanamento della banca in seguito alla cattiva gestione precedente, in cui 1.300 miliardi di vecchie lire erano stati prestati a prenditori diversi, in cambio di garanzie in azioni Bipop, alla ristrutturazione del portafoglio bancario dai titoli tossici a 3 anni ivi ricompresi, dalla riconversione operativa di BPM, cioè da istituto di distribuzione di prodotti al ritorno a vera e propria banca commerciale al servizio di imprese e famiglie, alle partnership che presto daranno risultati apprezzabili con Crédit Mutuél e CIC, al fine di sfruttare le alte potenzialità nel campo della bancassicurazione, dall’attuale forza patrimoniale del Gruppo alle relazioni strette con tutti i tipi di Associazioni, tra le quali ABI e ABI-ANIA, con il Parlamento (soprattutto riguardo all’ordinamento bancario ed alla legge sulle banche popolari), così come con il Ministero dell’Economia, tutti fattori che hanno contribuito ad aumentare la notorietà e l’immagine di BPM.
La denuncia di Mazzotta sullo strapotere dei sindacati arriva, però, a circa metà filmato (minuto 5’38’’). In occasione del progetto d’integrazione con BPER, infatti, progetto che avrebbe portato smisurati vantaggi per BPM, quello che sembrava un’operazione già approvata all’ultimo fu scartata. I sindacati, “con un ribaltamento finale” bocciarono il progetto, per il timore dell’”arrivo di nuovi soci dall’Emilia Romagna nella comune Cooperativa”, che “avrebbe reso difficile il controllo dell’assemblea da parte delle Organizzazioni sindacali”.
Il video si conclude con la rassicurazione di Mazzotta sul proprio operato e su chi verrà dopo di lui. “Il lavoro di questi 7 anni ha cambiato la banca in modo importante e forse l’ha migliorata. Certamente non lascio ai prossimi anni, né buchi, né ombre, né potenziali dolori”.