L’a.d. di Intesa Sanpaolo ha ricordato che «di fondi ce ne sono di tre tipi, con diverse caratteristiche». In primis c’è la proposta di Michel Barnier di avere «fondi di garanzia dei depositi in tutti i Paesi europei, forti, solidi e armonizzati». A suo avviso si tratta di «un’idea molto corretta e da perseguire».
Un altro tipo sono invece «i cosiddetti fondi di salvataggio, anche detti resolution fund: credo che questi abbiano più svantaggi che vantaggi». La proposta lanciata dall’amministratore delegato di Unicredit, invece, è «un recovery plan, un recovery fund. Bisogna capirne fino in fondo le caratteristiche. Probabilmente vale la pena approfondirle, e da quel che ho capito non è tanto un fondo per banche con problemi di solvibilità ma solo con problemi di liquidità».
Secondo Passera, inoltre, «come spiega oggi il Financial Times, forse è un ruolo più da banche centrali. Però si può approfondire», fermo restando che «se fosse un fondo di salvataggio avrebbe più svantaggi che vantaggi». «La dimensione di questo fondo – ha concluso il banchiere – dovrebbe essere di tale entità da essere difficilmente accumulabile, e la gestione di situazioni molto diverse in Paesi diversi sarebbe molto complicata».